Scritto da: CLAUDIO CISCO

Il vecchio e la ragazza


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...può essere malvagio chi mi procura felicità e lui me ne procura tanta”. Era proprio cresciuta la piccola Fia, la sua prorompente ed irrefrenabile sensualità, avevano fatto sì che ciò avvenisse presto e tutto in una volta. Era maturata tantissimo, sicura di sé, ragionava da grande. Si potevano condividere o no i suoi pensieri, ma non era possibile non riconoscere che erano pensieri da adulta e da adulta intelligente. Forse sensualità sta a intelligenza come castità sta a ignoranza. Dove non vi era riuscita la scuola con quei professori antichi autentiche mummie viventi, dove aveva fallito la religione con la sua esaltazione della sofferenza e delle rinunzie, dove persino i suoi genitori in buona fede, ne erano usciti sconfitti facendola confondere e complessare di più, aveva trionfato la sua sessualità, il suo istinto, semplicemente rivelandole se stessa, mettendola a nudo senza maschere e falsità. Fia aveva capito che soltanto facendo l’amore, era veramente se stessa, in quel momento non si può più fingere o recitare perché l’inconscio trionfa sposandosi con l’istinto che è in lei. È un matrimonio indissolubile di piacere naturale che il suo corpo le offre senza nessun sacrificio, ma come un dono del cielo per la sua ... [segue »]

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