Il vecchio e la ragazza
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...abitava il vecchio Mosè, in mezzo alla campagna. Poco più avanti vi era solo una casa abitata da polacchi che ogni tanto gli portavano qualcosa da mangiare e parlavano un po’ con lui. Mosè amava quel posto dove abitava, quel posto solitario e abbandonato proprio come lui. Vi era una profondissima quiete, un silenzio magico, fatato, quasi irreale, si avvertiva il tenue soffio del vento tra gli alberi, la dolcezza di quelle piante che sembravano dormire, ci si perdeva nell'immensità della natura. Sembrava tutto in perfetta armonia col suo amore per la solitudine, quasi come fosse stato creato apposta per lui, per la sua ispirazione, la sua meditazione. Mosè adorava quel posto, quell'alberello di arance dietro la sua casetta, quei gattini che gli giravano intorno come piccoli angioletti, quei fiorellini colorati che profumavano di primavera, il dolce canto degli uccelletti, l'odore fresco dell'erba di campagna, i frutti ancora acerbi appesi ai rami degli alberi, le foglie verdi o ingiallite sparse lungo il sentiero. Aveva sempre amato quella collina verdeggiante che gli copriva l'orizzonte, lo nascondeva ma lo faceva amare, trascinando con sè l'immaginazione, facendola correre e volare via verso spazi infiniti. Era la poesia delle solitudini, dell'inane, del nulla: visioni ... [segue »]
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