Scritto da: CLAUDIO CISCO

Il vecchio e la ragazza


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...taciturne e distanti che richiamavano alla mente primavere sfiorite, gigli appassiti, ma non vi era tristezza in tutto ciò, ma solo dolcezza e completo abbandono sospeso tra i ricordi e l‘infinito. Immerso in quel paesaggio incantato, ricco di tenerezza e di poesia, uno spirito libero come Mosè si apriva spesso verso l'infinito ripercorrendo in un attimo tutta la sua vita. Allargava le braccia all'universo che lo circondava, respirando a pieni polmoni l'aria come volesse farla entrare tutta quanta in lui per sentirsi parte del cosmo. Rivedeva con gli occhi della memoria, lontanissimo come da un cannocchiale rovesciato, egli stesso bambino e lo paragonava alla luna, distante anch'essa mille anni luce. E continuava a rivivere nei ricordi la spensieratezza della giovinezza e nello stesso istante dirigeva lo sguardo verso l'azzurro del cielo, ammirando spazi infiniti, nuvole bianchissime come zucchero filato. Ridiscendeva poi negli anfratti della sua memoria e riscopriva la ragazza che aveva baciato e amato per la prima volta, e confrontava la luce limpida dei suoi occhi con quella delle stelle o semplicemente della stella cometa. Ricordava i dolci versi scritti in tenerissima età nella sua prima poesia, immaginando di trovarsi tra fiorellini di campo di vario colore, solleticati dolcemente ... [segue »]

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