Il presepe
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...io! Con le mani mie, ricorda! Vvì... c'è bell'u r'camo! Jev'brava mamma tua, figghie... - orgogliosamente diceva la madre di Maddalena, sempre le stesse parole, lo stesso sorriso, perduta un po' nei ricordi mentre lisciava accuratamente qualche piega della tovaglia stesa a ricoprire la madia.
Un segno di croce ( come lo faceva in fretta Maddalena! ) ed ecco l'incanto, la meraviglia, il momento di grande felicità: dalla cassetta, piena di paglia, una alla volta, venivano estratte le statuine di gesso, ciascuna avvolta in una pezzuola candida che, scostata, rivelava i vividi colori, solari e ingenui, delle statuine.
La mamma le sistemava sempre allo stesso modo, con cura:
Giuseppe a sinistra, Maria a destra; dietro a loro il bue e l'asinello (che aveva la coda rotta, ma, per fortuna, non si vedeva) e poi un pastore e tre pecore.
Per i Magi e per il Bambino il posto provvisorio era sul bordo alto del focolare: i re in attesa dell'Epifania e il Bambinello in attesa della mezzanotte della Vigilia, quando, tornati dalla Messa in paese, l'avrebbero deposto nella mangiatoia con una preghiera, forse zio Bartolo avrebbe cantato un ritornello sacro, di quelli che gli facevano fare nel coro della chiesa.
E ... [segue »]
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