Pensieri lontani
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Il sole era ancora alto, lo zaino aspettava floscio sulla panca del piccolo albergo appoggiato ad un larice secolare. L'odore di resina impregnava l'aria intorno mentre il mio sguardo vagava selle cime seguendone le curve, ora dolci, degradanti verso la valle che laggiù si stava perdendo lentamente nell'ombra disegnata dal sole sugli alti crinali, ora svettanti verso il cielo blu cobalto. Non sapevo decidermi, la solitudine degli alti pascoli, la promessa di battaglia contro il mio spirito pur mi attirava sordo e silenzioso come un lupo all'agguato. Lentamente, la testa si volge verso il sentiero che erto sale scomparendo fra gli ultimi larici, sopra i diamanti delle cime del Rosa spuntavano appena, quasi occhieggiavano tra le punte dei larici mosse dal vento di valle. Non si può più aspettare, mi alzo, afferro il sacco floscio ed entro nella grande cucina dove le donne si apprestavano a preparare la cena per i pochi turisti presenti, amanti di quel silenzio offerto da questo alberghetto sperduto alla sommità della valle. L'unico rumore o canto per gli intenditori era il torrente che rotolava le sue acque a valle, ma discosto quasi per non rompere la magia di quella arroccata solitudine. Maria io vado su,... [segue »]
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