Scritto da: Antonio D.

Partenze d'infanzia


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...sofferenze, mortificazioni. Oggi diremmo che fra quei passeggeri non c'era privacy perché fatti pochi chilometri ognuno sapeva tutto degli altri, dopo di che i discorsi cadevano inesorabilmente sulla politica e sui politicanti, e non si aveva timore di iniziare il dialogo parlando male del governo perché l'interlocutore, di sicuro, era dello stesso parere e chi la pensava diversamente viaggiava nelle carrozze di prima classe dove i sedili semivuoti avevano i poggiatesta di panno bianco e le valige non erano di cartone e dove chi aveva il viso bruciato dal freddo e dal sole era allontanato prima che potesse esibire il biglietto. Io, i discorsi dei grandi non li capivo e ne mi interessavano. L'entusiasmo iniziale con cui intraprendevo ogni viaggio pian piano cedeva il posto alla stanchezza ed alla noia, così che puntualmente mi ritrovavo a contare i pali posti ai lati della ferrovia che collegati fra loro da un altalenante groviglio di fili sfrecciavano dal finestrino con la cadenza ritmata quasi di un orologio, e così palo dopo palo calava la notte, e le notti su un treno affollato sono interminabili, specialmente se non hai dove poggiare la testa che diventa sempre più pesante con il passare delle ore.... [segue »]

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