La Giustizia intesa come la intende l'uomo comune, non esiste.
Essa è una filosofia distorta del pensiero. Non ha fondamento alcuno ai giorni nostri e sicuramente anche in passato. Questo perché di fatto, la vincita di un processo per giusta causa da parte della vittima quando avviene, restituisce l'esclusività di un conforto dato dal riconoscimento dell'azione di dolo e un premio patrimoniale al pari di un premio assicurativo che non sempre corrisponde a un pentimento del soggetto in difetto di reato Né alla restituzione integrale di quanto estorto o fatto perdere alla vittima con inganno.
Se l'azione dolosa è corrisposta verso una vittima e il giudice non la riconosce tale castigando ulteriormente il danneggiato, semplicemente avviene la liceità del reato e il giudice si rende complice confermatore di un dolo che diventa vitalizio tanto da creare anche un dissesto economico e l'inizio di un altro tempo soggetto a sacrifici e/o alla sopravvivenza quando le richieste del giudice sono troppo alte rispetto allo status della vittima che riceve conferma di dolo e contravvenzione pecuniaria e/o di reclusione per accuse deliberatamente infondate e calunniose. Un giudice che non da la giusta sentenza rende legale il reato agli occhi di tutti e dispone ... [segue »]

Francesca Genna

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