Neverland
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...felice, ma quei brevi momenti valgono più di ogni altra cosa, ed è così perché così è la vita: raramente felice, ma infinitamente importante. È un'isola dove i valori vengono messi in risalto anche, e soprattutto, con gli errori. È un'isola dove si impara senza accorgersene. È un'isola dove si ride e si piange. Ma soprattutto è un'isola dove si sogna, si sogna tantissimo.
Adoro la mia isola perché compie un piccolo miracolo: fa vivere più vite.
Essa nasce fondamentalmente per questo. Forse qualcuno potrà vederla come una morbosa avidità, ma credo che una vita sola non sia sufficiente per la maggior parte degli uomini, ed è per questo che si legge. Ma oramai la società moderna è sempre più fissata sulla tecnologia e sulla velocità. Quando mi sono reso conto di questo è nata la mia Utopia.
E allora ho deciso che avrei dato un mio piccolo contributo dedicando la mia vita alla mia Isola Che Non C'è, in modo da migliorarla giorno per giorno facendola conoscere anche agli altri che magari, vivendo per un po' al suo interno, s'incanteranno con la sua bellezza e riprenderanno la ricerca, magari oramai abbandonata, della propria.
E quindi ora ho tutto.
Ho un sogno: quello di diventare uno scrittore professionista.
Ho un'Utopia: un mondo in cui i libri tornino ad essere lo strumento più usato da tutti.
Ho un'Isola Che Non C'è: le mie storie.
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