Non era giornata.
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..... lei fa per tirarmi un pugno affettuoso sul braccio, lo scanso. Sorrido. Tutti ci guardano incuriositi. Usciamo dall'aula. Porta chiusa.
La preside non c'è più. Fuori, corridoio deserto, solo quattro persone: io, M., la prof di latino e quella di filosofia.
Facce nere delle prof, ora, serie quelle di me e M.
Mi è bastato un attimo, uno sguardo per capire. La fine. Ho alzato gli occhi che casualmente si sono incontrati con quelli della prof. di latino. Erano lucidi, quasi terrorizzati, o meglio, dispiaciuti e incapaci di dire quello che dovevano. Per la prima volta avevo di fronte a me due persone che si sentivano a disagio, bloccate. M. sullo sfondo osservava senza capire.
Mi è bastato un "Patty... mi dis.... " Della prof di latino per capire.
Un urlo di dolore, lacrime a non finire, immobile.
Ero immobile. Indietreggiavo, piangevo, urlavo, mi portavo le mani alla bocca quasi a volerle strappare coi denti.
Guardavo quegli occhi nocciola della prof sempre più lucidi e i miei azzurri specchiarsi nei suoi. Seduta. Ero seduta per terra ora. Mani alla faccia. Ancora urla. No. Mia madre non poteva essere morta così. Io la mattina non l'avevo salutata per non arrivare tardi ... [segue »]
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