Non era giornata.
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...a scuola. Al liceo sono esigenti.
Ricordo che cominciai a dire "no prof, sta scherzando, non può essere vero, non può essere finito tutto così, non posso credere che sia tutto finito!" Lei non parlava, M. era immobile... secondo me avrebbe voluto sprofondare. In classe c'era il silenzio marcio. Forse tutti avevano sentito le mie urla.
Eravamo al secondo piano. Mi accompagnarono al piano terra in ascensore. Che buffo! In cinque anni non avevo mai preso quell'ascensore e a un mese dalla fine, a un mese dall'esame di maturità io presi quell'ascensore.
Giù, la preside.
Piangevo. La prof mi abbracciava. Prima volta.
In lontananza due grosse sagome. Una di queste era mio fratello.
Corro, corro piangendo, corro forte... gli salto in braccio, quasi lo faccio cadere. Lo stringo forte, più forte che mai, gli tolgo quasi il respiro. È distrutto. Siamo distrutti.
Facce incredule delle bidelle, delle segretarie, dei prof che casualmente passavano di lì.
Solo le mie urla. Solo il mio pianto. Solo le mie imprecazioni. Solo io, mio fratello e quel dolore. Il fiato mi pungeva alla gola, il fiato, per la prima volta, mi era nemico, il fiato non c'era.
Niente saluti, zaino in spalla e via.... [segue »]
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