Intime distanze
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Veronica è emozionata. A casa, osserva le pareti costellate di trofei: sì, ora è una scrittrice.
Il giorno successivo prende posto sul treno delle nove ed estrae il portatile dalla borsa per sistemare il suo discorso.
Giunge a Roma perfettamente in orario. Il suo editore è lì che l'attende per accompagnarla in albergo. Dopo aver sistemato le proprie cose, decide di pranzare in centro.
Dopo pranzo, passeggia per quelle vie in cui anni fa voleva disperatamente andare a vivere. Con aria assorta, alza lo sguardo alle nuvole ricordando i tempi in cui credeva che non esistesse un cielo più grande di quello di Roma. Socchiude gli occhi, lasciandosi scappare un sorriso tra sé e sé, ma improvvisamente si ritrova col sedere per terra:
- Maledizione! - esclama - Ma non guarda dove va!?
E comincia, in modo seccato, a raccogliere tutti i suoi appunti.
- Veramente sei tu che avevi il naso per aria.
Un tuffo al cuore. Quella voce.
Lo sconosciuto continua:
- Ti aiuto ad alzarti.
Le porge la mano. Veronica la guarda. Somiglia a quella!
Alza gli occhi.
Il tempo si ferma e le porte del passato si aprono.
- Ica? - domanda titubante l'uomo.
- Cris... - sussurra lei.
Segue ... [segue »]
dal libro "La vita che vorrei" di AA. VV.
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