Scritto da: CLAUDIO CISCO

COLEI CHE BREVEMENTE FU E CHE MAI IN VITA CONOBBI


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...ed io, a mia volta, mi domandavo come facesse un uomo maturo a rimanere così calmo, così tranquillo in un luogo che infondeva tristezza. In quei momenti, pur nella banalità di quelle considerazioni, paradossalmente, la vita mi sembrò più bella, proprio perché piena di situazioni strane ed imprevedibili, degna di essere vissuta fino in fondo. Era avvenuto l'incontro occasionale di due età così diverse l'una dall'altra, di due modi di essere e di pensare così difformi, almeno in apparenza, era la vita stessa che ai miei occhi si faceva apprezzare con la sua varietà, capace di apparire triste e ironica nello stesso frangente. Il guidatore del carro, il ragazzo handicappato, io stesso che mi trovavo lì anziché a scuola, il cavallo più umano dell'uomo, tutto pareva diventare di colpo favola e noi eravamo trasformati in attori, inconsapevoli protagonisti di una recita strana, ma affascinante, piccoli pezzi di un immenso e bellissimo mosaico che è l'umanità intera con le sue sofferenze, le sue eterne contraddizioni, le sue stranezze, ricca del suo scibile umano, fotografia di un mondo grigio ma che per magia può diventare a colori. Furono tutte considerazioni che contribuirono a regalarmi un pizzico di gioia in quel luogo triste,... [segue »]

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