Scritto da: CLAUDIO CISCO

COLEI CHE BREVEMENTE FU E CHE MAI IN VITA CONOBBI


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...lontanissimo, sparito del tutto ed io non lo percepivo e ricordavo più. L'effetto che quel luogo aveva su di me, valeva assai di più di quella che era stata la mia vita di sempre, ormai lunghe distanze mi separavano da essa. Sognavo ad occhi aperti mille avventure, mi arrivava l'eco di mille sirene, ero l'eroe di mille favole. Il cuore non mi chiedeva di tornare alla mia base ma mi esortava a restare lì.
Ero ormai altissimo, quasi in cima, nella parte più alta ed antica del cimitero di Messina. La salita era quasi terminata. Ai lati della stradina, altissime, maestose e sublimi per bellezza e suggestione, si protendevan fiere le tombe dell'Ottocento. Erano statue di uomini, donne, vecchi, bambini. Tombe del mio tempo, ormai non ve ne erano più. Ero completamente circondato da antiche lapidi. La prima immagine che rapisce la vista di chi si trova a salire lassù, è quella della statua di un bambino di quell'epoca, di circa otto anni, seduto su una roccia, vestito come un piccolo marinaretto che par ti guardi e ti dica: "Salve, benvenuti nel regno dell'Ottocento". Fa quasi da prologo ad una serie infinita di monumenti, uno più bello dell'altro, che da ... [segue »]

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