COLEI CHE BREVEMENTE FU E CHE MAI IN VITA CONOBBI
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Così quella chiesetta si trasformò da sfortunato ricovero, in luogo dove venivano sepolti i morenti. Poi col tempo e col cessare delle epidemie, il posto fu abbellito grazie all'impegno e alla bravura di alcuni scultori messinesi e in particolare di Antonio Saccà che costruì numerose tombe fra le quali anche quella della protagonista del romanzo, dando così al luogo un aspetto profondamente artistico. Vi erano sepolti i nobili messinesi per lasciare ai posteri un glorioso ricordo delle loro memorabili gesta contro l'oppressione borbonica. Difficilmente, anzi direi assolutamente, è possibile trovare sepolta gente comune essendo troppo oneroso poter pagare lapidi davvero imponenti.
Nonostante la terribile catastrofe del 1908, il cosiddetto Conventino resistette, poi il resto del cimitero si dovette rifare. Quindi oggi il Conventino si presenta come la parte più antica del cimitero, la più alta e bella che il tempo non è riuscito a falciare con la sua potentissima forza distruttiva ed è per noi messinesi, fonte di orgoglio e di tradizioni veramente superbe e meritevoli, oltre che un saggio di arte e scultura non indifferenti come vanto per la città. Infatti è bene ricordare che il Cimitero di Messina risulta essere il secondo d'Italia per grandezza e trova ... [segue »]
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