...Con questo principio si fondano i vari corsi manageriali che presentano attività dove la vita percorre il rischio vitale assistito grazie alle imbragature e ai salvagenti.
Gli sport estremi sono condizionati dal dover affrontare la condizione di morte e vincerla per esserci. L'emozione è tanta. L'adrenalina va alle stelle. Ci si sente superiori agli altri quando si vincono sfide importanti e a volte si vogliono riprovare per emozionarsi ed esserci alfine di abbattere i fantasmi dell'esistenza, la paura di affrontare rischi negli affari. Accade agli arricchiti e ai manager di grandi multinazionali che devono fare i conti con mercati spietati e con la borsa. Un errore e in pochi mesi si è fuori dal sistema con "l'acqua alla gola" pronti ad annegare. Gli sport estremi per queste persone diventano la terapia d'urto contro lo stress e la depressione.
Infatti, essi rischiano di avere un atteggiamento che li porta a non voler più alzarsi dal letto e a perdere prima l'erezione durante l'attività sessuale poi, ogni facoltà di reazione verso il mondo.
Il primo rimedio di autodifesa per lo stato di avversione al proprio vivere me lo ha insegnato Leonardo Da Vinci con la novella dai giunchi esposte ai venti.
Bisogna ... [segue »]

Francesca Genna

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