Ketty e il problema
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...fra due abissi sconosciuti. Da un lato l'io si annienta nella luce del sesso; dall'altro lato c'è la quotidianità con i suoi orrori nauseanti e densi. Perché ci vado? Perché continuo? Perché devo! È una attrazione, una fiamma che mi attira e divora.
Stanotte ho fatto un sogno strano; dentro un bosco oscuro incontro Nicholas che mi dice: "Sul campanello di casa mia scrivi il tuo nome"
"Non vuoi che scriva il nome di tua sorella?" Dico io.
"No. Scrivi il tuo nome".
Mi sveglio tutto agitato ed emozionato. Che significato può avere? Possono i morti apparirci in sogno? E darci dei messaggi? Esiste uno spirito guida, oppure siamo abbandonati a noi stessi?
Questa sera, mentre siamo seduti sul divano, Ketty mi racconta gli avvenimenti tristi della sua infanzia. Fuori c'è buio, freddo e nebbia. La suora che le negava le caramelle; l'istitutrice che non le comprava i lecca lecca.
Sono piccole storie incandescenti, arroventate dal dolore e dalle lacrime. Sono ricordi dolorosi, storie sfortunate che hanno lasciato il segno sul suo carattere ipersensibile.
"Hai una bella collezione di brutti ricordi..." dico alla fine per rompere la tensione. "E adesso cosa intendi fare?"
Ketty prende dalla credenza un vecchio dizionario che apparteneva ... [segue »]
Composto giovedì 30 novembre 2006
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