Scritto da: Paolo Broni

L'anno del tempo pazzo


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...allora ci mettemmo dei cappelli di zinco e lamierino, e venne l'esercito a controllare perché un ricognitore aereo aveva detto che a Sompazzo c'era stata una invasione di marziani.
Subito dopo cominciò a grandinare. Ogni volta iniziava con tre tuoni, poi in cielo si sentiva un vocione che diceva "alè" e venivano giù dei panettoni di grandine. A Biolo ne cadde uno grande come una forma di parmigiano, con dentro un corvo ben conservato.
Tornò un caldo da Africa. La gente dormiva per strada, dentro i frigoriferi con la prolunga. Il gelataio lavorava ventiquattrore su ventiquattro e dopo quell'estate si comprò un grattacielo a Montecarlo.
In autunno finalmente caddero le foglie. Ne caddero due, una nel giardino della scuola e una a Rovasio. Le altre sembravano attaccate con la colla e non c'era verso di tirarle giù neanche con le cesoie. L'uva era matura ma salata, giuro, salata come un'aringa e il vino di quell'anno era buono solo per condire gli arrosti. La temperatura tornò mite e a novembre arrivarono, in ritardo, le rondini. Uno sciame di nove milioni. Nessuno usciva più di casa, c'era un vocìo a diecimila decibel. Le rondini se ne andarono e arrivarono le cicogne. Sganciarono ... [segue »]

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    Scritto da: Paolo Broni

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    Ah ah ah... Simpaticissima! Complimenti!

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