Il ministro Calderoli è seduto al tavolino di un bar di un paese dell'alto Veneto. Vede un passante che si porta dietro, legato con una cordicella, un tacchino. Si rivolge all'uomo. "Qui siamo ancora in Padania, vero?" "Non lo so, credo di no". "Come non lo sa? I confini vanno sempre allargati, d'ora in avanti questo paesucolo farà parte della nostra grande famiglia. Così ho deciso". L'uomo scrolla le spalle, mentre Calderoli fissa da vicino il tacchino. "E tu non ti senti padano?" L'animale apre il becco come se volesse dire qualcosa, poi scappa via, seguito a stento dal passante. "Stupida bestia! Ah, se avessi la mia intelligenza!", tuona Calderoli guardandosi un uno specchietto e facendo delle smorfie. Passano due persone di colore. Il ministro si sfila una maglietta e sotto ne compare un'altra con la scritta: "Via di qui, slavi!" I due uomini sembrano perplessi. Calderoli impreca, rendendosi conto di aver esibito la maglietta sbagliata. Passa in rassegna tutte quelle che ha, almeno una quindicina, tutte con delle frasi offensive verso i popoli di altre nazionalità. Il ministro tira fuori un foglietto. "Già che ci sono lavorerò un poco... ci sono tante leggi da semplificare..." Calderoli esamina con gli occhi spalancati il contenuto del foglietto. "Come si va a semplificare? Ho la mente troppo complessa per un'operazione del genere. Tanto vale cancellare tutte queste stupide leggi, così non sbaglio di sicuro". Scarabocchia il foglietto che poi getta via. Intanto arriva il cameriere che gli porta una birra (la nona in due ore), e due bottiglie di vino frizzante. Calderoli beve e ride sguaiatamente.
"È vero che Renzo Arbore tornerà in televisione con un nuovo programma?" "Sembra di sì. Credo anche che abbia intenzione di lanciare qualche suo amico nel mondo dello spettacolo". "Speriamo che cambi idea. Non ci siamo ancora liberati della Laurito".
"Tua figlia è riuscita ad inserirsi nel mondo del cinema?" Le è andato tutto male, poveretta. È molto frustrata per questo motivo. Pensa che da quando ha preso lezioni di dizione dalla Valeria Golino e seguito un corso di espressività tenuto da Monica Bellucci, ogni volta che sostiene un provino i registi si mettono le mani nei capelli e la mandano via a male parole. Prima di allora, invece, le era stato riconosciuto da parte degli addetti ai lavori un indubbio talento.
Ho fatto uno strano sogno... c'erano degli orsi e ippopotami che ballavano dietro a una donna bionda che si muoveva fuori tempo. Si trovavano tutti su un palcoscenico e su uno striscione appeso sullo sfondo compariva una scritta: "Piedi di Piombo". "La donna bionda somigliava per caso a Valeria Marini?"
Dopo gli spot pubblicitari in televisione Francesco Totti è intenzionato a diventare un attore professionista. Sarà il protagonista di un film sulla sua vita "è Normale Che", e poi sarà l'interprete principale assieme a Valerio Mastandrea del remake di "Per Un Pugno Di Dollari", diretto da Paolo Virzì. Totti sarà Ramon, allora impersonato da Gian Maria Volontè, mentre Mastandrea si calerà nelle vesti del personaggio che rese celebre Clint Eastwood, quello dello straniero taciturno e dalla mira infallibile. La colonna sonora sarà scritta da Max Pezzali. Si vocifera che il compianto Sergio Leone sia apparso in sogno al regista, ai due attori ma anche a Pezzali, gridando loro "Vergogna!"
Delle tremende scosse di terremoto si sono verificate ad Hollywood, dopo che degli ignoti hanno inciso sulla "Walk of Fame" una stella dedicata a Raffaella Carrà, per il suo contributo nell'ambito della musica e dello spettacolo. C'è anche chi sostiene di aver udito delle voci appartenenti a delle celebrità scomparse da tempo che si lamentavano in tono straziante.
Davide Cassani si sveglia dal suo torpore dopo aver assistito ad una lunghissima e monotona tappa di pianura del Giro d'Italia e si rivolge alla giornalista Alessandra Di Stefano. "Non è stata una tappa esaltante, vero Alessandra?" "Ti sbagli Davide, per me è stata emozionantissima. Ho percepito ogni istante il calore della gente, i cori appassionati, le urla di incitamento. Quelle migliaia di occhi incatenati al percorso. E poi ho sentito sulla mia pelle, come se questa mi bruciasse, la tensione dei corridori, la voglia di primeggiare, di superare il dolore e la sofferenza con un'impresa sportiva, come premio per le loro fatiche. I battiti del loro cuore sotto sforzo sembravano percuotere la strada, il sudore che colava copioso dai loro volti conferiva alla corsa una dimensione epica senza pari, capace dunque di coinvolgere tutti, gli spettatori, gli addetti ai lavori... Il ciclismo è una sorta di estasi suprema. Mi sono espressa come sempre con parole sincere, Davide, dato che mi conosci e sai come io detesti fare della retorica a buon mercato.
Davide Cassani sta commentando le fasi culminanti di una tappa di montagna del Tour de France, quando viene interrotto dalla giornalista Alessandra De Stefano. "Davide, la tua analisi della corsa è francamente incompleta. Hai tralasciato degli aspetti fondamentali. Il cameraman ha inquadrato gli occhi di un bambino che assisteva alla gara, e in quello sguardo ho visto di tutto: l'emozione di essere qui, di fare parte della storia. I sentimenti traboccavano, bucavano lo schermo. E poi lo sai che Contador ha telefonato a Lance Armstrong per ricordargli la famosa discussione del 2009? Sì, lo so Davide, la corsa si sta infiammando, ma la poesia sta altrove. Se mi lasci parlare ancora 3 o 4 ore ti darò una piccola lezione di giornalismo sportivo. Pronto? Mi senti? Davide! Chi ha tolto il collegamento?"
Alessandro Sallusti, direttore del "Giornale", durante un incontro con alcuni rappresentanti della carta stampata, ha dichiarato che secondo lui un bravo giornalista è una sorta di vampiro che succhia il meglio delle notizie. Dopodiché ha mostrato agli intervenuti il suo appartamento, privo di finestre e tappezzato con delle foto di Bela Lugosi e Christopher Lee e con dei posters tratti dai film "Dracula" e "Nosferatu". Da un ripostiglio pieno di ragnatele ha preso poi una bottiglia color rosso sangue e se lè scolata sogghignando.
Parlando della trasmissione "Il lotto alle otto", Gilberto Gilletti pensava di vantare un primato, quello del conduttore più scontato e banale della storia della televisione, ma con suo grande rammarico si è dovuto ricredere dopo aver ascoltato le battute di Tiberio Timperi, suo successore alla guida del programma.