Credo cecamente negli Angeli, più di ogni altra persona, e sono pienamente daccordo con Te.
Un giorno vi racconterò la mia storia, anche se sono convinto che pochissime persone ci crederanno!
Io da moltissimi anni paro durante il sonno, e la mia attuale compagna da circa due anni scrive tutto ciò che dico, e ci siamo resi conto che le parole che inizialmente ci sembravano confuse e prive di senso, si sono rivelate successivamente consigli angelici, che hanno condizionato completamente tutta la mia esistenza ed il mio modo di pensare e di scrivere.
Gli Angeli esistono, ed ognuno ha il suo, hanno uno scopo ben preciso, ed ognuno di noi dovrebbe aiutare il proprio Angelo a raggiungere il suo scopo. Se lo facciamo ci verranno aperte molte porte, se invece siamo assenti ai suoi richiami, potremmo addirittura essere abbandonati dal nostro Angelo, e lasciati in balia di altre entità, che hanno tutt' altro interesse che aiutarci.
Aprite gli occhi un Angelo forse in questo momento vi stà suggerendo qualcosa...
Complimenti Giusva
Antonino
15 anni e 11 mesi fa
Risposte successive (al momento 4) di altri utenti.
Carissimo Salvatore,
sono felice di rileggerti, e lusingato delle tue parole, apprezzo ogni osservazione, perché mi aiutano ad apportare miglioramenti al mio metodo inusuale di scrivere pensieri.
Vorrei darti una risposta alle tue domande, che sia reciprocamente ricca di contenuti, ma i miei titoli di studio sono a mio sfavore e perderei in partenza, per cui ti prego di accettare una mia semplice risposta che spero tu gradisca in modo ironico, poiché non vi è una risposta...
Diciamo che ho semplicemente scritto un "luogo disperato" ed ora ti spiego il perché:
La tua puntualizzazione si riferisce ad un assonanza,
propria della versificazione francese della Chanson de Geste arcaica perché col tempo anche in questa si è preferita la rima. Nelle varie versioni manoscritte della Chanson de Roland (derivazioni del manoscritto di Oxford) si è emendato un verso che non aveva le dieci sillabe, perché si è partiti dall'idea che il verso deve avere 10 sillabe. Se non c'è modo di emendare in modo ragionevolmete certo ci si mette la croce che marca i "luoghi disperati" (espressione tecnica che significa dove non si capisce come dovrebbe essere).
Rima ed isosillabismo sono correlati.
La versione del manoscritto di Oxford è in lasse assonanzate,
ed io involontariamente credo di aver fatto lo stesso errore, sempre che si possa definire tale...
Spero di averti potuto dare una mia semplice risposta, che con questo non ha nulla da recriminare alla tua puntualizzazione.
Mi soffermo solo un attimo per chiederti se adotti gli stessi criteri di valutazione per giudicare tutti i contributi inseriti in questo forum, perché se così fosse, credo che dovrei rivedere io e molti altri autori, tutti i miei contributi che divergono palesemete da qualsiasi riferimento metrico, ed a cui non saprei in nessun modo dare altre giustificazioni, se non una simile alla precedente, che sinceramente, di persona sarebbe stata uguagliata ad un semplice sorriso.
La tua cultura mi affascina, ma non aspettarti un gran ché dalle mie frasi, perché sono solo il semplice frutto di una cultura contadina.
Felice di rileggerti
Antonino
14 anni e 9 mesi fa
Risposte successive (al momento 1) di altri utenti.
Un abbraccio
Antonino
Un giorno vi racconterò la mia storia, anche se sono convinto che pochissime persone ci crederanno!
Io da moltissimi anni paro durante il sonno, e la mia attuale compagna da circa due anni scrive tutto ciò che dico, e ci siamo resi conto che le parole che inizialmente ci sembravano confuse e prive di senso, si sono rivelate successivamente consigli angelici, che hanno condizionato completamente tutta la mia esistenza ed il mio modo di pensare e di scrivere.
Gli Angeli esistono, ed ognuno ha il suo, hanno uno scopo ben preciso, ed ognuno di noi dovrebbe aiutare il proprio Angelo a raggiungere il suo scopo. Se lo facciamo ci verranno aperte molte porte, se invece siamo assenti ai suoi richiami, potremmo addirittura essere abbandonati dal nostro Angelo, e lasciati in balia di altre entità, che hanno tutt' altro interesse che aiutarci.
Aprite gli occhi un Angelo forse in questo momento vi stà suggerendo qualcosa...
Complimenti Giusva
Antonino
sono i tuoi dolci pensieri a scaldare la mia anima.
Grazie di cuore
Antonino
sono felice di rileggerti, e lusingato delle tue parole, apprezzo ogni osservazione, perché mi aiutano ad apportare miglioramenti al mio metodo inusuale di scrivere pensieri.
Vorrei darti una risposta alle tue domande, che sia reciprocamente ricca di contenuti, ma i miei titoli di studio sono a mio sfavore e perderei in partenza, per cui ti prego di accettare una mia semplice risposta che spero tu gradisca in modo ironico, poiché non vi è una risposta...
Diciamo che ho semplicemente scritto un "luogo disperato" ed ora ti spiego il perché:
La tua puntualizzazione si riferisce ad un assonanza,
propria della versificazione francese della Chanson de Geste arcaica perché col tempo anche in questa si è preferita la rima. Nelle varie versioni manoscritte della Chanson de Roland (derivazioni del manoscritto di Oxford) si è emendato un verso che non aveva le dieci sillabe, perché si è partiti dall'idea che il verso deve avere 10 sillabe. Se non c'è modo di emendare in modo ragionevolmete certo ci si mette la croce che marca i "luoghi disperati" (espressione tecnica che significa dove non si capisce come dovrebbe essere).
Rima ed isosillabismo sono correlati.
La versione del manoscritto di Oxford è in lasse assonanzate,
ed io involontariamente credo di aver fatto lo stesso errore, sempre che si possa definire tale...
Spero di averti potuto dare una mia semplice risposta, che con questo non ha nulla da recriminare alla tua puntualizzazione.
Mi soffermo solo un attimo per chiederti se adotti gli stessi criteri di valutazione per giudicare tutti i contributi inseriti in questo forum, perché se così fosse, credo che dovrei rivedere io e molti altri autori, tutti i miei contributi che divergono palesemete da qualsiasi riferimento metrico, ed a cui non saprei in nessun modo dare altre giustificazioni, se non una simile alla precedente, che sinceramente, di persona sarebbe stata uguagliata ad un semplice sorriso.
La tua cultura mi affascina, ma non aspettarti un gran ché dalle mie frasi, perché sono solo il semplice frutto di una cultura contadina.
Felice di rileggerti
Antonino