Scheggia carissima, ti ringrazio per il generoso carina ma sorvolerei ampiamente circa l'opportunità di postarla...
Come slogan pubblicitario per un adesivo, che dire: Sarà toga? BUhu non saprei... Secondo me non intAttack le abitudini dei consumatori di Coccoina e la cosa mi un po' mi Scotch.
14 anni e 3 mesi fa
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Bea, ho già prenotato il mio posto all'Inferno-Inferno e non posso più disdire. Però, chissà, magari vi raggiungo all'Inferno-Paradiso per una breve visita e per conoscere di persona la brunetta dei Ricchi e Poveri.
14 anni e 3 mesi fa
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Bea, stai sostanzialmente dicendo le mie stesse cose (solo che a me hanno moderato il commento per cui tu non puoi ancora averlo letto! A proposito Mister Staff, visto che tanto leggi tutto, mi puoi dire qui quale impronunciabile parola ho utilizzato nel mio comm. #61? Grazie...)
Viviamo vecchi tempi tecnologicamente evoluti. Il punto è esattamente questo. Dobbiamo far si che i tempi diventino davvero moderni, moderno l'approccio ai problemi, moderne le soluzioni, moderna la politica, moderni i cittadini. I mercati sono già moderni, la Finanza è già moderna.
Perché è importante la rivoluzione industriale? Per le innovazioni tecnologiche? Per la nascita delle fabbriche? Certo ma anche, e soprattutto, perché cambiò radicalmente il modello di società! Oggi sta avvenendo esattamente la stessa cosa: ieri i contadini presero a spostarsi dalle campagne alle città; oggi i cittadini si stanno proiettando verso "agglomerati urbani virtuali" transnazionali, senza confini né nazionali né geografici. Non è un cambiamento da poco. Nel 1900 un operaio che doveva viaggiare probabilmente avrebbe preso in considerazione un trasferimento in carrozza trainata da cavalli. Oggi (solo cento anni dopo!) ti colleghi a internet, compri il biglietto più economico per il primo volo in partenza e in due ore sei duemila chilometri di distanza. Ieri Roma-Milano era un viaggio che poteva durare anche giorni. Oggi ti colleghi in videoconferenza e, in tempo reale, sei a Pechino o New York. La società è e sta cambiando. E quindi deve cambiare anche il nostro approccio nel parlare di tematiche e di problematiche sociali. Lo sciopero era uno strumento di lotta efficace perché si sapeva chi era il padrone: era una persona fisica, in carne ed ossa, col vestito sartoriale, la villa fuori città e il macchinone per spostarsi. Oggi chi è il padrone? La società X che appartiene alla società Y che è controllata dalla società Z che è finanziata dalla società W ecc. ecc. Ma contro chi si fa sciopero? Manca la controparte! Oggi non si sa più chi è il padrone...
Io, lo dicevo anche nel commento prima censurato, non ho suggerimenti: non sono né un sindacalista, né un politologo, né un sociologo, né tanto meno un astrologo. Ma so che se non riusciamo a liberarci la mente da concetti, per carità!, validissimi ma ormai desueti non andremo da nessuna parte.
P.S. Volutamente non ho parlato di politica: quando lo faccio, in genere, riesco a farmi detestare sia da destra che da sinistra. E comunque si: anche la politica è cambiata! Anzi, più che cambiata è morta (si lo so, "morte" è una parola censurata ma vaffanculo: la dico lo stesso!).
14 anni e 5 mesi fa
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Come slogan pubblicitario per un adesivo, che dire: Sarà toga? BUhu non saprei... Secondo me non intAttack le abitudini dei consumatori di Coccoina e la cosa mi un po' mi Scotch.
Viviamo vecchi tempi tecnologicamente evoluti. Il punto è esattamente questo. Dobbiamo far si che i tempi diventino davvero moderni, moderno l'approccio ai problemi, moderne le soluzioni, moderna la politica, moderni i cittadini. I mercati sono già moderni, la Finanza è già moderna.
Perché è importante la rivoluzione industriale? Per le innovazioni tecnologiche? Per la nascita delle fabbriche? Certo ma anche, e soprattutto, perché cambiò radicalmente il modello di società! Oggi sta avvenendo esattamente la stessa cosa: ieri i contadini presero a spostarsi dalle campagne alle città; oggi i cittadini si stanno proiettando verso "agglomerati urbani virtuali" transnazionali, senza confini né nazionali né geografici. Non è un cambiamento da poco. Nel 1900 un operaio che doveva viaggiare probabilmente avrebbe preso in considerazione un trasferimento in carrozza trainata da cavalli. Oggi (solo cento anni dopo!) ti colleghi a internet, compri il biglietto più economico per il primo volo in partenza e in due ore sei duemila chilometri di distanza. Ieri Roma-Milano era un viaggio che poteva durare anche giorni. Oggi ti colleghi in videoconferenza e, in tempo reale, sei a Pechino o New York. La società è e sta cambiando. E quindi deve cambiare anche il nostro approccio nel parlare di tematiche e di problematiche sociali. Lo sciopero era uno strumento di lotta efficace perché si sapeva chi era il padrone: era una persona fisica, in carne ed ossa, col vestito sartoriale, la villa fuori città e il macchinone per spostarsi. Oggi chi è il padrone? La società X che appartiene alla società Y che è controllata dalla società Z che è finanziata dalla società W ecc. ecc. Ma contro chi si fa sciopero? Manca la controparte! Oggi non si sa più chi è il padrone...
Io, lo dicevo anche nel commento prima censurato, non ho suggerimenti: non sono né un sindacalista, né un politologo, né un sociologo, né tanto meno un astrologo. Ma so che se non riusciamo a liberarci la mente da concetti, per carità!, validissimi ma ormai desueti non andremo da nessuna parte.
P.S. Volutamente non ho parlato di politica: quando lo faccio, in genere, riesco a farmi detestare sia da destra che da sinistra. E comunque si: anche la politica è cambiata! Anzi, più che cambiata è morta (si lo so, "morte" è una parola censurata ma vaffanculo: la dico lo stesso!).