Nemmeno io credo alla saggezza intesa come perseguimento di un sublime status etico e morale o di verità assolute e universalmente riconosciute, piuttosto come fine ultimo di un percorso individuale fatto di acquisizioni di nuove conoscenze, di sconfitte e di soddisfazioni, nel progressivo miglioramento delle nostre capacità di comprendere la realtà che spesso, nella veste di persone o accadimenti, ci si palesa pur nella sua difficoltà interpretativa.
Si nasce soli e si muore soli, ma nel frattempo vi è un terreno comune da coltivare che, volenti o nolenti, ci impone di mettere a confronto (meglio se "a disposizione") esperienze, cognizioni e virtù, delle quali ognuno possa fare tesoro in base alla propria personale sensibilità, inclinazione, sistema di valori e, non ultimo, volontà di assecondare o sfidare il proprio destino.
In questo universo di individualità' parallele, convergenti solo all'infinito, voglio continuare a credere nell'esistenza di luoghi, sospesi fra lo spazio ed il tempo, ove agli interessi del singolo prevalgano quelli collettivi. Utopia o necessità? Forse entrambe le cose o forse nessuna delle due.
10 anni e 10 mesi fa
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Anch'io preferisco omettere inutili elogi a queste considerazioni teologiche e teosofiche "De Natura Dei et Hominum".
Credendo di non poter aggiungere alcunché di più intrigante vi dirò però che seguo con sincero interesse il dibattito che mi induce a riflettere su questioni dal sottoscritto colpevolmente e troppo spesso trascurate. Diciamo che la mia e' una primordiale, quanto ossequiosa, forma di partecipazione fatta di mero ascolto ;-)
10 anni e 10 mesi fa
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Brava!
Gianluca
Si nasce soli e si muore soli, ma nel frattempo vi è un terreno comune da coltivare che, volenti o nolenti, ci impone di mettere a confronto (meglio se "a disposizione") esperienze, cognizioni e virtù, delle quali ognuno possa fare tesoro in base alla propria personale sensibilità, inclinazione, sistema di valori e, non ultimo, volontà di assecondare o sfidare il proprio destino.
In questo universo di individualità' parallele, convergenti solo all'infinito, voglio continuare a credere nell'esistenza di luoghi, sospesi fra lo spazio ed il tempo, ove agli interessi del singolo prevalgano quelli collettivi. Utopia o necessità? Forse entrambe le cose o forse nessuna delle due.
Credendo di non poter aggiungere alcunché di più intrigante vi dirò però che seguo con sincero interesse il dibattito che mi induce a riflettere su questioni dal sottoscritto colpevolmente e troppo spesso trascurate. Diciamo che la mia e' una primordiale, quanto ossequiosa, forma di partecipazione fatta di mero ascolto ;-)