(Guarda guarda... 17.12.2010... mumble... la discussione mi pare sia stata sospesa ad un punto morto...frattanto do' un bel 10 a Salvatore, la cui bella frase è appena a 6,20... e poi... mmm...)
13 anni e 6 mesi fa
Risposte successive (al momento 3) di altri utenti.
In pratica, poi, l'imperativo del nolite iudicare (non giudicate) viene esemplificato dal Cristo nell'episodio della donna adultera: "- Chi è senza peccato scagli la prima pietra - Donna, nessuno ti ha condannata? - Neanch'io ti condanno. Vai in pace e non peccare più"-
Dunque il giudizio sull'azione viene emesso (il peccato), ma non la sentenza di condanna. Neanche da parte di Gesù Cristo.
Vorrei rispondere alla mia amica giosc.
Nelle parole di Gesù Cristo, esiste quella che in matematica si chiama una corrispondenza biunivoca tra l'amore per il prossimo e l'amore di Dio. Essi sono equiparati: amare Dio significa amare il prossimo (che significa: tutti, indistintamente), e viceversa amare il prossimo significa amare Dio.
Il motivo di questa corrispondenza biunivoca è semplice, e insieme grandioso: Dio risiede dentro ciascuno di noi. Ciascuno di noi, anche il più infame dei criminali, ci è fratello in questo portare dentro di sé la scintilla divina, che è poi Dio stesso.
Non è un imporsi all'altro, giosc: è un rendersi servitore dell'altro. Cristo non è venuto per imporre alcunché, ma per servire. "Siate come me, che sono mite ed umile di cuore".
Quanto all'essere ricambiata, ti sembra poco l'amore di Dio? Portare Dio dentro di te? Siamo noi che dobbiamo ricambiare questo dono. L'amore dei nostri fratelli, di tutti, già lo abbiamo con noi, perché abbiamo l'amore di Dio. Non dobbiamo fare altro che diventare soggetti di amore, questo è tutto: perché oggetto lo siamo già, in tutti i momenti della nostra vita.
Non è uno scherzo. E' la sostanza, il succo, il senso della vita.
Dunque il giudizio sull'azione viene emesso (il peccato), ma non la sentenza di condanna. Neanche da parte di Gesù Cristo.
Nelle parole di Gesù Cristo, esiste quella che in matematica si chiama una corrispondenza biunivoca tra l'amore per il prossimo e l'amore di Dio. Essi sono equiparati: amare Dio significa amare il prossimo (che significa: tutti, indistintamente), e viceversa amare il prossimo significa amare Dio.
Il motivo di questa corrispondenza biunivoca è semplice, e insieme grandioso: Dio risiede dentro ciascuno di noi. Ciascuno di noi, anche il più infame dei criminali, ci è fratello in questo portare dentro di sé la scintilla divina, che è poi Dio stesso.
Non è un imporsi all'altro, giosc: è un rendersi servitore dell'altro. Cristo non è venuto per imporre alcunché, ma per servire. "Siate come me, che sono mite ed umile di cuore".
Quanto all'essere ricambiata, ti sembra poco l'amore di Dio? Portare Dio dentro di te? Siamo noi che dobbiamo ricambiare questo dono. L'amore dei nostri fratelli, di tutti, già lo abbiamo con noi, perché abbiamo l'amore di Dio. Non dobbiamo fare altro che diventare soggetti di amore, questo è tutto: perché oggetto lo siamo già, in tutti i momenti della nostra vita.
Non è uno scherzo. E' la sostanza, il succo, il senso della vita.