Giuseppe Freda

In verità non vi mise un ciocco qualunque, ma il "mattarello" (l'arnese con cui si distende la pasta), non avendo altro da ardere. Inoltre, il proverbio parla del 30, e non dell' 8 di Maggio.

Variante della formulazione classica: " 'O ciuccio (l'asino) " andò in America, eccetera.

Perché sia meglio inteso: "Baffone" è il soprannome con cui i partenopei chiamavano Stalin, il dittatore sovietico munito di enormi baffi. La venuta di "Baffone" avrebbe, nell'immaginario popolare, posto fine ad ogni iniquità e sopruso, facendo finalmente trionfare ordine, giustizia sociale e legalità, non senza un pizzico di rivoluzione. Secondo la campana avversa, "Baffone" divorava i bambini, oltre che preti, monache e benpensanti....

Ermetica, evocativa, notevole.

Scorrendo ad una ad una le tue poesie, non ho potuto non...posarmi su questa. Di infinita dolcezza.

Bella, davvero molto bella. Ma non deve esserci tristezza: ciò che conta è la realtà. Ed essa non è nel fluire delle cose, ma nell'eternità del sentire. E' dentro di noi. La capacità di creare, sintesi di amore, speranza e fantasia, è in grado di colmare come d'incanto l'abisso che separa ciò che appare da ciò che vorremmo che fosse. Arma invincibile nelle mani di chi abbia saputo restare bambino. Perché l'esserlo non è un punto di partenza, ma un punto d'arrivo.

Molto bella. Ho trovato i tuoi commenti ad alcune mie cose, e ho voluto vedere le tue. Questa è davvero un gioiellino. Spesso la poesia nasce da un singhiozzo; ma lo supera, sempre.