Concludendo: l'imperfezione è la perfezione dell'imperfezione; mentre la perfezione è l'imperfezione della perfezione, perché se fosse la perfezione della perfezione non sarebbe perfetta, in quanto carente di imperfezione. Secondo me, in questa ottica, ed in perfetto accordo con giosc (intuizione geniale!) si arriva alla conclusione che è più perfetta l'imperfezione della perfezione.
E probabilmente così è: in definitiva la perfezione è concetto meramente convenzionale, proprio perché ha bisogno di una unità di misura necessariamente imperfetta. Prova ne sia la mutevolezza dei canoni estetici nei tempi e nei luoghi.
Corollario (per rispondere a Jean-Paul): non è sulla PERFEZIONE (cioè sul preteso assoluto), ma sul VALORE (relativo a ogni singola situazione) che può fondarsi il concetto di Dio; cioè non sulla razionalità dell'assoluto, ma sulla relatività dell'Amore, valido in sé senza pietre di paragone, e dunque principio assolutamente refrattario ad ogni concetto di perfezione o imperfezione. E infatti Cristo, cioè il massimo dell'amore, è nato e vissuto povero, e morto in croce: imperfezione (secondo certi canoni) fatta persona!
Morale della favola: col concetto di perfezione sembra di andare lontano costruendo un universo tutto ordinatino, ma in realtà non si va da nessuna parte...
13 anni e 7 mesi fa
Risposte successive (al momento 6) di altri utenti.
Un pò come il rimedio di Dulcamara nell' "Elisir d'amore di Donizetti": il buon Nemorino conquista la sua amata proprio in virtù della cieca fiducia nel portentoso elisir.
Però il vero problema è che quell'elisir era acqua fresca, mentre oggi come niente si parla di vaccini con effetti collaterali bestiali (aumento vertiginoso della sindrome di Guillain-Barré, e non solo), immunosoppressori potenzialmente cancerogeni usati semmai per un pò di psoriasi, antibiotici ad ogni pié sospinto, antidolorifici che ti demoliscono lo stomaco, eccetera eccetera... Meglio morire di morte naturale, che per mano di apprendisti stregoni. Per grazia di Dio nessuno può ancora costringerci a terapia alcuna !!!
13 anni e 7 mesi fa
Risposte successive (al momento 1) di altri utenti.
Concordo con Gaetano, anzi dirò di più: in quelle quattro parole vedo racchiusa l'intera essenza di una civiltà. Sin dagli albori della creazione, il creato soffriva le doglie del parto attendendo che la propria coscienza, espressasi nel genere umano, pervenisse a questa felice, ma che dico, a questa inaudita, mirabile, impareggiabile sintesi di scienza e sofferta spiritualità !!! : /////
13 anni e 7 mesi fa
Risposte successive (al momento 5) di altri utenti.
Infatti, una mezza verità altro non è che una bugia di cui non si ha il coraggio di assumere la responsabilità di fronte a se stessi. E' con artifici del genere che molta gente, in perfetta buona fede, si autoconvince di aver sempre ragione...
13 anni e 7 mesi fa
Risposte successive (al momento 2) di altri utenti.
E qui lo devo dire di nuovo: splendido pensiero. Coraggio è affrontare la vita senza corazze, è essere se stessi e palesarsi senza paura. Solo così si può sperare di trovare il tesoro. E le infami stoccate non fanno paura: fanno solo ridere, ridere di tutto cuore.
Nella mia lucida follia, vedo nella sabbia la vita stessa, nel mare il tempo che tutto cancella, nel lasciare sulla sabbia le proprie orme la volontà di vivere la vita sino in fondo, senza paura. "Per dimenticarmi di tutto, ho vissuto più intensamente di prima": questo, anche rileggendole più volte, mi pare vogliano esprimere le parole che ho letto. Esempio evidente di come l'arte possa travalicare il contesto in cui fu espressa, e venire a fungere da specchio di chi la fruisce. Tot capita, tot sententiae... O no?? : ))
Il trascorrere del tempo sembra amico nel dolore, ma nemico nella gioia:
non ho mai avuto più paura di morire, di quando ero felice.
Poi la felicità vola via, e si impara la lezione: il tempo è sempre amico, perché svela SEMPRE la caducità delle cose, inducendo a guardare più in alto.
13 anni e 7 mesi fa
Risposte successive (al momento 5) di altri utenti.
Con tanto spirito di avventura io salirei (treno più, treno meno..), ma... non si sa da dove viene, non si sa dove va, chi sale non scende più... Almeno si può sapere una cosa: tu stai su un treno, o sei un treno tu stesso (così come parrebbe dall'aforisma filosofico)??... Perché in questo secondo caso bisogna fare bene attenzione a quale vagone scegliere, per... evitare brutte sorprese !!!... Gente, è un attimo... : (((
13 anni e 7 mesi fa
Risposte successive (al momento 4) di altri utenti.
E probabilmente così è: in definitiva la perfezione è concetto meramente convenzionale, proprio perché ha bisogno di una unità di misura necessariamente imperfetta. Prova ne sia la mutevolezza dei canoni estetici nei tempi e nei luoghi.
Corollario (per rispondere a Jean-Paul): non è sulla PERFEZIONE (cioè sul preteso assoluto), ma sul VALORE (relativo a ogni singola situazione) che può fondarsi il concetto di Dio; cioè non sulla razionalità dell'assoluto, ma sulla relatività dell'Amore, valido in sé senza pietre di paragone, e dunque principio assolutamente refrattario ad ogni concetto di perfezione o imperfezione. E infatti Cristo, cioè il massimo dell'amore, è nato e vissuto povero, e morto in croce: imperfezione (secondo certi canoni) fatta persona!
Morale della favola: col concetto di perfezione sembra di andare lontano costruendo un universo tutto ordinatino, ma in realtà non si va da nessuna parte...
Però il vero problema è che quell'elisir era acqua fresca, mentre oggi come niente si parla di vaccini con effetti collaterali bestiali (aumento vertiginoso della sindrome di Guillain-Barré, e non solo), immunosoppressori potenzialmente cancerogeni usati semmai per un pò di psoriasi, antibiotici ad ogni pié sospinto, antidolorifici che ti demoliscono lo stomaco, eccetera eccetera... Meglio morire di morte naturale, che per mano di apprendisti stregoni. Per grazia di Dio nessuno può ancora costringerci a terapia alcuna !!!
non ho mai avuto più paura di morire, di quando ero felice.
Poi la felicità vola via, e si impara la lezione: il tempo è sempre amico, perché svela SEMPRE la caducità delle cose, inducendo a guardare più in alto.