Bea, ma sei una perseguitata! Io scrivo di tutto senza spazi nè asterischi birbanti, e nessuno mi censura, malgrado ripetute sfide... E' tuttavia anche vero che ho 25 frasi in attesa di valutazione, e stanno sempre lì in attesa, congelate in un limbo inquietante... Vuoi vedere che per il software non esisto neanche?? Questo è uno dei miei dubbi... : //
13 anni e 6 mesi fa
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CHE COS'E' LA VERITA' ?
Alla domanda che Pilato rivolse a Gesù Cristo, si potrebbe oggi rispondere con la verità scientifica.
Ma la verità scientifica non è verità. Basterebbe pensare all'universo subatomico, in cui l'intervento dell'osservatore fa sì che di una particella non si possano determinare velocità e posizione insieme; alla luce, che per alcuni versi risponde alla teoria corpuscolare, per altri a quella ondulatoria; ma ancor prima al fatto che il metodo sperimentale, su cui tutta la nostra scienza è basata (studio e descrizione del fenomeno-formulazione del modello interpretativo- verifica della capacità predittiva del modello stesso) non conduce a certezze, ma solo a modelli che funzionano finchè funzionano e negli ambiti in cui funzionano. Ne sia prova la teoria di gravitazione relativistica, di fronte alla quale l'"attrazione" gravitazionale di Newton appare, senza mezzi termini, falsa. L'attrazione gravitazionale non esiste. E così non esiste neanche la verità scientifica, se non come faticoso ed infinito percorso di avvicinamento; ricerca della verità, non verità.
La domanda di Pilato, dunque, rimane.
Per evitare di scivolare nelle sfere iperboree dell'astrazione, e tentare di rimanere (più o meno) in ambito scientifico, si potrebbe allora rispondere che la verità consiste appunto in questo procedimento all'infinito, in questa ricerca. L'unica alternativa a questa risposta è la verità assiomatica, del tipo Allah è Allah e Maometto il suo profeta. Tertium non datur.
E allora cominciamo forse a vederci più chiaro. La ricerca è azione, dunque la verità esce (finalmente!!) dal falso ambito della conoscenza (in quanto inconoscibile) ed entra in un campo a noi più accessibile: quello dell'azione.
In questo campo, cioè nel campo dell'azione, qual'è il concetto guida? Ce n'è uno solo: il GIUDIZIO DI VALORE. Dunque, la verità è AZIONE CHE VALE.
Su questa strada, basta cercare: si arriva dritti all'amore, con tutto ciò che da questo consegue. Per via razionale, e senza bisogno di tonache o assiomi.
13 anni e 6 mesi fa
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Tutti sognano, perché ciascuno di noi filtra la "realtà" esterna attraverso il suo psichismo, e la vede a suo modo. In questo senso, tutti noi, animali compresi, siamo fabbriche di sogni, perché decodifichiamo la realtà adattandola al nostro personale universo interiore.
La forza ci vuole però ugualmente. Innanzitutto per capire e padroneggiare questo meccanismo (la maggior parte della gente ritiene che bisogni "adeguarsi alla realtà": e ci vuole grande forza per non schiavizzarsi a questa visione pragmatistica); e poi per tentare, se possibile, di fare in modo di migliorare i sogni propri, e anche quelli altrui. Perché ci sono universi che sono veri e propri incubi.
13 anni e 6 mesi fa
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Concordo col l'opinione di Gandhi.
A mio avviso, abbiamo il DOVERE di fare il meglio che riusciamo a fare per tutti coloro che ci circondano, esseri umani o animali che siano. Evitare sofferenze inutili è un atto di amore, nulla di più e nulla di meno.
Nel contempo abbiamo il sacrosanto DIRITTO di decidere autonomamente delle nostre sorti, senza che nessuna convenzione sociale di qualsiasi matrice, religiosa o meno, ci imponga alcunché. Il diritto deve essere tutela, non limitazione di libertà. Quest'ultima può (e anzi deve) sussistere solo a tutela della libertà altrui. Stop. Tutto il resto è retaggio di epoche passate, in cui lo Stato (e il potere religioso "statalizzato") si arrogava un compito EDUCATIVO del popolo bue.
E' singolare, e fa riflettere, che quest'ultima mentalità sia rimasta, almeno qui in Italia, appannaggio non solo dell'establishment clericale (riguardo agli indirizzi di "normativi" di coscienza di matrice pontificia, non si può dimenticare che lo Stato Pontificio ha abolito la pena di morte solo nel 1969), ma anche di gran parte della cultura di sinistra, sempre pronta a tacciare di ignoranza, stupidità o malafede chi non le sia concorde... Chiesa e sinistre a braccetto dunque nella mentalità, pur se su sponde diverse....
Povera Italia.
Ottima, dunque, la discussione sul tema dell'eutanasia: purché, però, volta al solo fine di approfondire il tema, nel rispetto delle decisioni personali: non viceversa in quanto intesa al fine di vietare alcunché. Assistere allo spettacolo di gente che vuol morire ma non può darsi la morte da sola, cui viene imposto di soffrire pene indicibili, è un grosso spettacolo di inciviltà ed anche un gran male, di cui qualcuno sarà chiamato a rendere conto.
E attendo a pié fermo il censore. : )))
Sei un inguaribile ottimista... : ))
Alla domanda che Pilato rivolse a Gesù Cristo, si potrebbe oggi rispondere con la verità scientifica.
Ma la verità scientifica non è verità. Basterebbe pensare all'universo subatomico, in cui l'intervento dell'osservatore fa sì che di una particella non si possano determinare velocità e posizione insieme; alla luce, che per alcuni versi risponde alla teoria corpuscolare, per altri a quella ondulatoria; ma ancor prima al fatto che il metodo sperimentale, su cui tutta la nostra scienza è basata (studio e descrizione del fenomeno-formulazione del modello interpretativo- verifica della capacità predittiva del modello stesso) non conduce a certezze, ma solo a modelli che funzionano finchè funzionano e negli ambiti in cui funzionano. Ne sia prova la teoria di gravitazione relativistica, di fronte alla quale l'"attrazione" gravitazionale di Newton appare, senza mezzi termini, falsa. L'attrazione gravitazionale non esiste. E così non esiste neanche la verità scientifica, se non come faticoso ed infinito percorso di avvicinamento; ricerca della verità, non verità.
La domanda di Pilato, dunque, rimane.
Per evitare di scivolare nelle sfere iperboree dell'astrazione, e tentare di rimanere (più o meno) in ambito scientifico, si potrebbe allora rispondere che la verità consiste appunto in questo procedimento all'infinito, in questa ricerca. L'unica alternativa a questa risposta è la verità assiomatica, del tipo Allah è Allah e Maometto il suo profeta. Tertium non datur.
E allora cominciamo forse a vederci più chiaro. La ricerca è azione, dunque la verità esce (finalmente!!) dal falso ambito della conoscenza (in quanto inconoscibile) ed entra in un campo a noi più accessibile: quello dell'azione.
In questo campo, cioè nel campo dell'azione, qual'è il concetto guida? Ce n'è uno solo: il GIUDIZIO DI VALORE. Dunque, la verità è AZIONE CHE VALE.
Su questa strada, basta cercare: si arriva dritti all'amore, con tutto ciò che da questo consegue. Per via razionale, e senza bisogno di tonache o assiomi.
La forza ci vuole però ugualmente. Innanzitutto per capire e padroneggiare questo meccanismo (la maggior parte della gente ritiene che bisogni "adeguarsi alla realtà": e ci vuole grande forza per non schiavizzarsi a questa visione pragmatistica); e poi per tentare, se possibile, di fare in modo di migliorare i sogni propri, e anche quelli altrui. Perché ci sono universi che sono veri e propri incubi.
A mio avviso, abbiamo il DOVERE di fare il meglio che riusciamo a fare per tutti coloro che ci circondano, esseri umani o animali che siano. Evitare sofferenze inutili è un atto di amore, nulla di più e nulla di meno.
Nel contempo abbiamo il sacrosanto DIRITTO di decidere autonomamente delle nostre sorti, senza che nessuna convenzione sociale di qualsiasi matrice, religiosa o meno, ci imponga alcunché. Il diritto deve essere tutela, non limitazione di libertà. Quest'ultima può (e anzi deve) sussistere solo a tutela della libertà altrui. Stop. Tutto il resto è retaggio di epoche passate, in cui lo Stato (e il potere religioso "statalizzato") si arrogava un compito EDUCATIVO del popolo bue.
E' singolare, e fa riflettere, che quest'ultima mentalità sia rimasta, almeno qui in Italia, appannaggio non solo dell'establishment clericale (riguardo agli indirizzi di "normativi" di coscienza di matrice pontificia, non si può dimenticare che lo Stato Pontificio ha abolito la pena di morte solo nel 1969), ma anche di gran parte della cultura di sinistra, sempre pronta a tacciare di ignoranza, stupidità o malafede chi non le sia concorde... Chiesa e sinistre a braccetto dunque nella mentalità, pur se su sponde diverse....
Povera Italia.
Ottima, dunque, la discussione sul tema dell'eutanasia: purché, però, volta al solo fine di approfondire il tema, nel rispetto delle decisioni personali: non viceversa in quanto intesa al fine di vietare alcunché. Assistere allo spettacolo di gente che vuol morire ma non può darsi la morte da sola, cui viene imposto di soffrire pene indicibili, è un grosso spettacolo di inciviltà ed anche un gran male, di cui qualcuno sarà chiamato a rendere conto.
E attendo a pié fermo il censore. : )))