Mi rendo conto che quanto dici possa risultare in certo qual modo "tranquillizzante" per chi ama aggirarsi in situazioni "normali".
Ma le cose non stanno precisamente così. : )))))))
11 anni e 3 mesi fa
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Interessante, questo post. Beh, a qualcuno che mi diceva più o meno le stesse cose ho risposto così.
Fai bene a maledire l'ambizione, ma non lasciarti sopraffare dai luoghi comuni: non ci sono né vincenti né perdenti, ci sono solo vittorie e sconfitte, tutti gli esseri umani provano sia le une che le altre, e spesso le vittorie si mutano in sconfitte, e le sconfitte in vittorie.
Sia le vittorie che le sconfitte, poi, servono a trovare se stessi. Anzi: di solito le sconfitte sono, a questo scopo, ancora più utili delle vittorie. Perciò ritieniti fortunato di questa occasione di riflessione, fregatene dello specchio e dell'immagine, pensa a essere liberamente il tuo nuovo te stesso: e troverai per incanto anche coraggio e risposte.
Buona fortuna.
11 anni e 3 mesi fa
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L'amico immaginario non è paz*zia: è solo fantasia. Tipico residuo del mondo infantile, assurse agli onori della cronaca qualche anno fa, allorché ne fu... venduto uno su ebay. Dico sul serio.
Ma scendiamo più a fondo. TUTTA la nostra vita è fantasia. Esistono test psicologici fatti di disegni astrusi, nei quali ciascuno vede cose diverse. Ciò perché noi non siamo macchine fotografiche, ma strumenti di decodificazione e ricodificazione della realtà, e ciascuno decodifica e ricodifica a maniera sua. Anzi: E' EGLI STESSO L'UNICA REALTA'.
La "normalità" è dunque solo un concetto di comodo.
Tanto è vero che il prontuario delle mal*attie men*tali ad uso degli specialisti è diventato ormai una sorta di foto di gruppo in cui ciascun essere umano avrebbe un fondato motivo per riconoscersi.
In realtà, Sergio, siamo TUTTi "pa*zzi": anche quelli che non hanno l'amico immaginario...
Tale affermazione, poi, quanto ai frequentatori di questo sito, è di palmare evidenza; ed è in definitiva ciò che lo rende stimolante, gradevole, e direi quasi magico.
Anche se talvolta leggermente inquietante per la mancanza di estro di taluni.
E per concludere il mio personale elogio della fo*llia: ho sempre preferito la compagnia di persone geniali (o quanto meno fuori dell'ordinario, anche semmai per stu*pi*dità) da mandare e da cui essere mandato quotidianamente aff*an*c*u*lo, insomma veri e propri pa*zzi scatenati, piuttosto che infilarmi nei sarcofaghi in cui mi volevano, insieme a loro, le migliaia di persone normali che mi circondavano.
Ma questa è un'altra storia.
Per concludere il discorso rientrando in tema: io di amici immaginari ne ho almeno una decina; anche perché ho potuto nel corso della mia breve esistenza constatare che gli altri, quelli "veri", erano ancora più immaginari dei primi. : )))
12 anni e 9 mesi fa
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Quanto alle parole di Einstein che citi, io ritengo che sia il concetto di scienza che quello di religione vadano rivisti profondamente.
Einstein fu contrario alla visione quantistica (e probabilistica) della struttura della materia: è rimasto famoso il suo detto "Dio non gioca a dadi". Egli, a differenza di Bohr, credeva che la scienza potesse giungere per davvero a a chiarire l'essenza della realtà fisica: pensava alla natura come un sistema perfettamente ordinato di leggi naturali semplici e deterministiche. Cosa dimostratasi poi non rispondente al vero (pensa: la stessa miniaturizzazione dei componenti per computer è basata sulla fisica quantistica e su criteri probabilistici).
Quanto poi alla "religione e alle "religioni" codificate, si tratta di costruzioni teoriche che, con o senza scienza, hanno generato TROPPE discordie, iniquità e guerre per potere essere credibili, almeno nelle loro vesti dogmatiche e gerarchiche.
Secondo me, la verità è che sia la religione che la scienza sono di per sé cieche e zoppe, e che il futuro dell'umanità, se si vuole che l'umanità abbia un futuro, può essere solo in un PROGRESSO SPIRITUALE privo di qualsiasi etichetta confessionale. Perché il principio fondamentale, cioè quello dell'amore per il prossimo, è lì bello, pronto e riconoscibile da chiunque, senza bisogno di prelati, di paramenti, di testi sacri e di di teologi.
Semplificare e andare al sodo, comportandosi con amore nei confronti del prossimo, degli animali, della natura e di tutto ciò che ci circonda. Solo questo è davvero importante: quanto più presto lasceremo le religioni al passato, meglio sarà.
11 anni e 4 mesi fa
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Schrödinger non era un teologo: fu premio nobel per la fisica nel 1933.
La coscienza cui allude, inoltre, non è quella coscienza per la quale di tanto in tanto taluni farebbero bene a "passarsi la mano", non è nulla di astratto, ma è quel qualcosa di estremamente concreto che ci differenzia dalle pietre. Detto in termini semplici, è la consapevolezza di esistere. LA SOGGETTIVITA'.
11 anni e 4 mesi fa
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Per essere più chiaro: dalla frase a commento, cioè dalla transfenomenicità dell'essere (cioè dal fatto che l'essere non c'entra coi fenomeni cui è legata l'esistenza e la coscienza umana) deriva che l'essere, coi suoi valori, sta per i fatti suoi, nel mondo transfenomenico; e il mondo fenomenico, in particolare la coscienza, completamente libera e "nullificata", non è legata ad alcun dover essere, ma può riempire la propria esistenza di qualsiasi cosa. Non solo; ma di qualunque cosa la riempia, ciò non ha alcun significato: riempirla serve solo a passare il tempo, prima di andare a farsi fot*tere sotto terra (testuali parole rinvenute in un raro manoscritto inedito di Sartre :)) .
11 anni e 4 mesi fa
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Ma le cose non stanno precisamente così. : )))))))
Fai bene a maledire l'ambizione, ma non lasciarti sopraffare dai luoghi comuni: non ci sono né vincenti né perdenti, ci sono solo vittorie e sconfitte, tutti gli esseri umani provano sia le une che le altre, e spesso le vittorie si mutano in sconfitte, e le sconfitte in vittorie.
Sia le vittorie che le sconfitte, poi, servono a trovare se stessi. Anzi: di solito le sconfitte sono, a questo scopo, ancora più utili delle vittorie. Perciò ritieniti fortunato di questa occasione di riflessione, fregatene dello specchio e dell'immagine, pensa a essere liberamente il tuo nuovo te stesso: e troverai per incanto anche coraggio e risposte.
Buona fortuna.
Pensiero semplice ma insieme molto profondo.
Ma scendiamo più a fondo. TUTTA la nostra vita è fantasia. Esistono test psicologici fatti di disegni astrusi, nei quali ciascuno vede cose diverse. Ciò perché noi non siamo macchine fotografiche, ma strumenti di decodificazione e ricodificazione della realtà, e ciascuno decodifica e ricodifica a maniera sua. Anzi: E' EGLI STESSO L'UNICA REALTA'.
La "normalità" è dunque solo un concetto di comodo.
Tanto è vero che il prontuario delle mal*attie men*tali ad uso degli specialisti è diventato ormai una sorta di foto di gruppo in cui ciascun essere umano avrebbe un fondato motivo per riconoscersi.
In realtà, Sergio, siamo TUTTi "pa*zzi": anche quelli che non hanno l'amico immaginario...
Tale affermazione, poi, quanto ai frequentatori di questo sito, è di palmare evidenza; ed è in definitiva ciò che lo rende stimolante, gradevole, e direi quasi magico.
Anche se talvolta leggermente inquietante per la mancanza di estro di taluni.
E per concludere il mio personale elogio della fo*llia: ho sempre preferito la compagnia di persone geniali (o quanto meno fuori dell'ordinario, anche semmai per stu*pi*dità) da mandare e da cui essere mandato quotidianamente aff*an*c*u*lo, insomma veri e propri pa*zzi scatenati, piuttosto che infilarmi nei sarcofaghi in cui mi volevano, insieme a loro, le migliaia di persone normali che mi circondavano.
Ma questa è un'altra storia.
Per concludere il discorso rientrando in tema: io di amici immaginari ne ho almeno una decina; anche perché ho potuto nel corso della mia breve esistenza constatare che gli altri, quelli "veri", erano ancora più immaginari dei primi. : )))
Einstein fu contrario alla visione quantistica (e probabilistica) della struttura della materia: è rimasto famoso il suo detto "Dio non gioca a dadi". Egli, a differenza di Bohr, credeva che la scienza potesse giungere per davvero a a chiarire l'essenza della realtà fisica: pensava alla natura come un sistema perfettamente ordinato di leggi naturali semplici e deterministiche. Cosa dimostratasi poi non rispondente al vero (pensa: la stessa miniaturizzazione dei componenti per computer è basata sulla fisica quantistica e su criteri probabilistici).
Quanto poi alla "religione e alle "religioni" codificate, si tratta di costruzioni teoriche che, con o senza scienza, hanno generato TROPPE discordie, iniquità e guerre per potere essere credibili, almeno nelle loro vesti dogmatiche e gerarchiche.
Secondo me, la verità è che sia la religione che la scienza sono di per sé cieche e zoppe, e che il futuro dell'umanità, se si vuole che l'umanità abbia un futuro, può essere solo in un PROGRESSO SPIRITUALE privo di qualsiasi etichetta confessionale. Perché il principio fondamentale, cioè quello dell'amore per il prossimo, è lì bello, pronto e riconoscibile da chiunque, senza bisogno di prelati, di paramenti, di testi sacri e di di teologi.
Semplificare e andare al sodo, comportandosi con amore nei confronti del prossimo, degli animali, della natura e di tutto ciò che ci circonda. Solo questo è davvero importante: quanto più presto lasceremo le religioni al passato, meglio sarà.
La coscienza cui allude, inoltre, non è quella coscienza per la quale di tanto in tanto taluni farebbero bene a "passarsi la mano", non è nulla di astratto, ma è quel qualcosa di estremamente concreto che ci differenzia dalle pietre. Detto in termini semplici, è la consapevolezza di esistere. LA SOGGETTIVITA'.