Un tema affascinante ...alcuni scienziati credono che il vuoto sia una struttura di base permanente...un regno "immateriale" di campi elettrici e gravitazionali in grado di richiamare in vita le particelle che compongono la materia.Personalmente credo che esista un confine temporale, inteso come limite della materia ed inizio del vuoto...ma non fine degli elementi.
12 anni e 8 mesi fa
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Bella frase...credo che essere disponibili sia un atteggiamento di grande forza interiore...come anche sopportare di vedere che ci si era sbagliati...e per questo...non cambiare modo di proporsi.
Mi suggerisce una riflessione di E.Fromm:
"Uno dei bisogni primari dell'uomo è quello di identità. Esperienza di se come forza creatrice e produttiva . Tuttavia se non riusciamo ad esprimerla...non rimane altro che conformarsi ."
12 anni e 8 mesi fa
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Riporto un brano dal " Trattato del ribelle" di Ernst Jünger che
spero sia uno spunto di riflessione :
Uno dei caratteri peculiari del nostro tempo è che le scene più significative sono legate ad attori insignificanti. Soprattutto lo si vede nei grandi uomini: abbiamo l’impressione che si tratti di figure che potremmo incontrare ovunque....L’aspetto irritante di questo spettacolo è il legame tra una struttura così modesta e un potere funzionale così enorme. Questi sono gli uomini dinanzi ai quali tremano milioni di persone, dalle cui decisioni milioni di persone dipendono...Tutte queste espropriazioni, uniformazioni, liquidazioni, razionalizzazioni, socializzazioni.....non presuppongono né cultura né carattere... In questo paesaggio di officine, dunque, il potere è messo all’incanto e se lo aggiudica colui che dà ali alla propria insignificanza con una forte volontà.
12 anni e 8 mesi fa
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La normalità funziona più o meno così: Una persona sorpresa a devastare un campo di grano viene subito internata. Quattro uomini scoperti ad incendiare un bosco intero vengono linciati all'istante. Sette miliardi di esseri umani che si apprestano a distruggere l'intero pianeta....possono normalmente reputarsi sani di mente....
"Non esiste affatto l'amore come cosa : si tratta di un'astrazione. In realtà esiste soltanto l'atto di amare ; e amare è un'attività produttiva, che implica l'occuparsi dell'altro, conoscere, rispondere, accettare, godere, si tratti di persona , albero, dipinto o idea. Significa portare alla vita, aumentare la vitalità dell'altro. E' dunque un processo di autorinnovamento, di autoincremento."
Erich Fromm
Secondo me l'amore che sentiamo di vivere e di realizzare è un'aspirazione profonda e misteriosa...un innato bisogno che ci attira. Tuttavia è facile confonderlo...e forse , come in tutte le cose, l'esperienza e la comprensione di questo sentimento non possono far altro che farcelo vivere al meglio dandogli significato e valore .
"Uno dei bisogni primari dell'uomo è quello di identità. Esperienza di se come forza creatrice e produttiva . Tuttavia se non riusciamo ad esprimerla...non rimane altro che conformarsi ."
"La vita si vive in avanti ma si può capire solo all'indietro"
Kierkegaard
spero sia uno spunto di riflessione :
Uno dei caratteri peculiari del nostro tempo è che le scene più significative sono legate ad attori insignificanti. Soprattutto lo si vede nei grandi uomini: abbiamo l’impressione che si tratti di figure che potremmo incontrare ovunque....L’aspetto irritante di questo spettacolo è il legame tra una struttura così modesta e un potere funzionale così enorme. Questi sono gli uomini dinanzi ai quali tremano milioni di persone, dalle cui decisioni milioni di persone dipendono...Tutte queste espropriazioni, uniformazioni, liquidazioni, razionalizzazioni, socializzazioni.....non presuppongono né cultura né carattere... In questo paesaggio di officine, dunque, il potere è messo all’incanto e se lo aggiudica colui che dà ali alla propria insignificanza con una forte volontà.
Erich Fromm
La difficoltà nasce dalla traduzione della parola "piskòw" che non è propriamente miagolio ma più un verso acuto.