Ora sento il tuo nome scandito brulicare nel mio cuore e accelerare ogni battito, impetuoso. Cingo con le braccia me stesso, immaginando la tua luce, e chiudo gli occhi per sentirti vicina. Il buio mi risucchia in un vortice di colori vivi e mi ritrovo a carezzare le tue labbra disegnate, a immergermi nella morbidezza di un istante che torna battito appena riapro gli occhi. Ti sento nello stomaco come fossi il pugno più carezza che ci sia. Tendo le braccia per acchiappare quel sentirti perché so che ci sei come quell'orizzonte che mi sorprende ogni giorno. Ammiro. Sei il mio confine... il mio infinito.
I pensieri si accumulano, divenendo quanto le preoccupazioni, ed è come se non riuscissimo a governarli; vorremmo fare miliardi di cose contemporaneamente e sembra non poter riuscire. Eppure, non è così; questa è dedizione scrupolosa, è amore per se stessi, è voglia di far bene e riuscire. Questa è diligenza.
Prova - un istante - a chiudere gli occhi. Cosa vedi? Non solo il buio ma scorgi, anche, una strana luce o delle luci, vero? Ecco! Oltre il nero degli occhi chiusi c'è un orizzonte luminoso che pulsa.
Rimanere in grembo abbracciati a se stessi; la placenta che protegge, aderendo più di ogni altra pelle, il liquido amniotico che culla e il cordone ombelicale che alimenta senza nulla pretendere. Fluttuare nel muto ventre mentre il cuoricino, gli occhietti, le manine e i piedini si conoscono e le orecchie ne accompagnano la parola. Sommersi nel bene più bene che ci sia. La vita così com'è. Senza se e senza ma.
Sentivo la necessità di scrivere per rendere l'eternità del momento. Volevo fermare il tempo. Poche volte ho scritto "ti voglio bene" perché è in quelle poche volte che ho colto i palpiti autentici.
Egli, come se non aspettasse altro, proferì parola: "Giulio, lasciarvi, lasciare la mia quotidianità, è stato tremendo; la mia anima era qui ma il mio corpo era altrove e, allora, capisci come non sia stato, affatto, facile affrontare, nuovamente, i giorni. Ti dirò, sembravano tutti uguali, fermi, incolore. È stato come se il mio giorno fosse già passato. Ma proprio in uno di questi giorni ho trovato il coraggio di riprendere il mio giorno, ritrovando la mia anima. Così, ho capito quant'è bello scorgere un orizzonte senza pensare possa essere la fine di un mondo. Caro e vecchio amico, eccomi qua, eccoci qua". Guardavo Gianni, estasiato dalle sue parole.