Ti guardi dentro e cerchi nel tuo cielo un altro cielo. Voli. Poi, ti fermi. Rifletti e ti scomponi pure. Un altro cielo nel tuo cielo. Caduta libera per sentire la forza di gravità. Ti estranei e, poi, rinvieni. Un cielo. Un altro cielo. Corri senza freno mentre le palpebre si bagnano d'ebbrezza. Corri quasi solo. Insegui quella comprensione, quella sensibilità, quella lealtà. Insegui. Pervieni quasi solo. Ti giri, ti rigiri, ancora giri. Stringi i denti mentre sta sopraggiungendo un sorriso. Un altro cielo nel tuo cielo.
È l'amore; spesso, lo si perde mentre lo si cerca. L'amore è quella stretta alla gola che si ripete nel corso dell'esistenza. L'amore, a volte, lo inseguiamo così tanto che non ci accorgiamo di quanto sia vicino.
Che belle le frecce! Scoccate dall'arco della vita, sembra poterne orientare la direzione come meglio si desidera; le frecce sono le emozioni che, puntualmente, scocchiamo perché sentiamo il profumo della vita... perché desideriamo quella vita. Però, non sempre le frecce scoccate puntellano la vita; o meglio, puntellano proprio come il mare quando giunge sulla sabbia e ne inverte i granelli. La freccia di Gianni avrebbe voluto "fermare" sulla terra il papà, eppure il mare aveva invertito l'emozione della vita. Comunque, una vita solo perché non compare non significa che scompare.
Devo trovare il coraggio di cavalcare le onde, di nuotare, perché solo chi non vive non teme e il timore è la voglia di vivere senza stancarsi mai di considerare.
Sogniamo e continuiamo a sognare senza fermarci mai. Non è importante se sei all'inizio o alla fine di questo viaggio (o avventura), l'importante è vivere fino in fondo, cogliere, forse, affrontare, col sorriso sempre pronto. La forza dei sogni è nell'intensità del sorriso.
Sentivo la necessità di scrivere per rendere l'eternità del momento. Volevo fermare il tempo. Poche volte ho scritto "ti voglio bene" perché è in quelle poche volte che ho colto i palpiti autentici.
Scrivere è parlare e parlarsi. La parola è troppo bella perché siamo noi, ognuno di noi; se solo sapessimo apprezzare le parole (senza buttarle), imparando ad accarezzarle, sarebbe un mondo – forse - diverso! Ho, sin da piccolo, percepito la parola come suono melodioso che penetra il cuore perché è attraverso la parola che si scopre un mondo. Tutto è parola e senza la parola le meraviglie del mondo non sarebbero state come sono perché è la parola a rendere l'anima di ogni cosa. Negli anni, ho scoperto che la parola, adagiata su un foglio bianco, diventa una foto; si, proprio così, rende un'immagine, sprigionando forza/luce evocativa/emotiva. Accarezzando il foglio con l'inchiostro, ritrovo me stesso – anzi - l'altro me stesso: mi scopro passo dopo passo e, scoprendo me stesso, scopro anche gli altri. Scrivo perché tante emozioni vanno trascritte per non essere temute o dimenticate.
È meraviglioso poter custodire gli istanti; ogni istante è un colore più o meno acceso, un ritmo più o meno frenetico, un ricordo più o meno sbiadito, un'esistenza o un esistito, un flusso o un fluttuante.