Scritta da: Chiara Micellone
Io non perdono, auguro il meglio.
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Io non perdono, auguro il meglio.
Non ho segreti, ho sogni forse irrealizzabili, a volte poco nitidi, ma so che sono lì.
Le parole più importanti le ho dette attraverso i miei silenzi.
Il vero cinico non parla, non si vanta in giro di esserlo, sceglie il momento giusto e si comporta come tale, ma lo fa con classe e con chi se lo merita.
Il mondo va storto perché tutti quelli che hanno davvero qualcosa da dire stanno zitti.
Alle cose facili non solo ho smesso di credere, ma addirittura ho iniziato a starci lontana: perché sono quelle più difficili, quelle che rendono tutto più complicato. Attraenti come il miele quando scende da un cucchiaio, ci resti imbrigliato come un moscerino. E poi le parole, non ho più fede nelle parole, pronunciate senza un intento particolare, solo per far rumore.
Capita di non arrivare dove si vuole, e capire di voler combattere per quello che si desidera.
Non ho niente da dire a una persona patetica, probabilmente è quella che più si meriterebbe una parola da parte mia. Probabilmente, ma anche se mi schernisce per la mia mediocrità, magari avendo pure il coraggio di guardarmi in faccia, preferisco lasciarla convincere di essere brillante e piena di talento, a nuotare in mezzo alla merda che le esce dalla bocca. Proprio perché è patetica, proprio perché penso che per lei non ci sia nulla da fare.
Quando si costruisce qualcosa di grande, più che la sua grandezza conta come lo si è costruito.
Io, così fragile e così forte. Io, così testarda e così condizionabile. Io, così egoista e così sensibile. Io, così tutto così niente, che mi conosco in tutte le mie sfaccettature e a volte non mi conosco affatto.