Scrittore, filosofo, educatore e attivista sociale , nato martedì 9 settembre 1828 a Jasnaja Poljana (Federazione Russa), morto domenica 20 novembre 1910 a Lev Tolstoj (Federazione Russa)
Ancora molti anni dopo, ripensando a quello sguardo pieno d'amore con cui lei l'aveva guardato e a cui lui non aveva dato risposta, il suo cuore sarebbe stato trafitto da una tormentosa vergogna.
Anche solo quello sguardo, involontariamente radioso, era bastato a far comprendere a Levin che lei amava quell'uomo, a farglielo capire come se lei stessa glielo avesse detto.
Conosceva così bene il sentimento di Levin, sapeva che per lui le ragazze del mondo si dividevano in due tipologie: la prima comprendeva tutte le ragazze del mondo tranne lei; e costoro avevano tutti i difetti possibili ed erano ragazze molto convenzionali; la seconda tipologia comprendeva lei sola, che non aveva alcun difetto ed era superiore all'umanità intera.
Con quello che provava dentro di sé, si sentiva soffocato e impacciato in quel ristorante, tra le salette dove stavano pranzando anche delle signore, in mezzo a quella confusione e a quel trambusto; quell'atmosfera di bronzi, specchi, lampade e tatari lo disturbava. Aveva paura di contaminare ciò che riempiva il suo cuore.
Aveva spesso sentito che le donne amano i brutti, i semplici, ma non ci credeva perché giudicava in base alla sua esperienza di uomo che amava solo le donne belle, misteriose e speciali.
L'arte deve fare in modo che i sentimenti di fraternità e amore per il prossimo, oggi accessibili solamente agli uomini migliori della società, diventino sentimenti abituali, istintivi in tutti.
Per essere felice, occorre una cosa sola: amare, e amare con sacrificio di sé, amare tutti e tutto, stendere in tutte le direzioni la tela di ragno dell'amore: chi ci capita dentro, quello va preso.
Anche questo lo capisco. Io e milioni di uomini ricchi e poveri, sapienti e ignoranti, nel passato come nel presente, siamo d'accordo nel pensare che bisogna vivere per il bene. La sola conoscenza chiara, assoluta che possediamo è questa, e non si può spiegare con la ragione: è al di fuori della ragione e non ha nessuna causa e non può avere nessun effetto. Se ha una causa, il bene non è più bene, e se ha un effetto (la ricompensa) egualmente non è più bene. Perciò il bene è oltre la catena delle cause e degli effetti.
Tutto ciò gli faceva ricordare quel che era avvenuto l'anno scorso, in quell'albergo della cittadina di provincia, al letto di morte di suo fratello Nikolaj. Quella era una sventura e questo, del parto, invece era un avvenimento lieto. Ma tutt'e due le cose erano fuori dalle condizioni ordinarie di vita, erano come spiragli dai quali si vedeva una luce superiore. E l'anima, contemplando questa luce superiore, si eleva ad altezze neppure immaginate prima e dove la ragione non poteva seguirla.