Scritta da: Violetta Serreli
in Frasi & Aforismi (Saggezza)
Anche con tutta la rabbia, per la pulizia del cuore non si è mai pronti.
Composta lunedì 23 giugno 2014
Anche con tutta la rabbia, per la pulizia del cuore non si è mai pronti.
Mancanze. Quando, da difetti, diventano assenza. E non è la stessa cosa parlare di nostalgia, né di malinconia. Sono asportazioni, amputazioni di vita. La nostalgia provoca tenerezza. Le mancanze provocano dei vuoti. Le mancanze sono ferite.
Mi chiedo se sia più vigliacca, ora che non pesto i piedi per un capriccio. Ora che non assecondo più i miei sogni, la mia incoscienza. Mi sento vigliacca, io che ho percorso migliaia di chilometri per non morire dietro la monotonia. Per non annullarmi, per non perdere la mia identità ho lottato con tutte le mie forze. Ora non so, se sono più vigliacca o esausta. Come quei vecchi che assorbono l'indifferenza di una panchina sotto il sole d'agosto. Come quei randagi insultati dalla pietà immobile di qualche carezza. Come quei bimbi mai nati, o abbandonati al tempo della vergogna e dell'egoismo. Così non so se aspettare sia più vigliacco di una cieca scommessa. Accanto a me le pacifiche fusa di chi si affida al cuore... Vigliacca che sono, ad attendere il domani. A non pretenderlo. Ma in fondo, attendo ancora l'oggi...
La vera ribellione è dimostrare di avere la forza di sacrificare sé stessi per la propria arte. Con qualche agio in meno, con qualche soddisfazione in più.
Siamo nell'era in cui non sono più gli uomini a prostituirsi, ma le loro coscienze.
L'ampia disponibilità di denaro dà la libertà di comprare qualsiasi cosa, ma nega la libertà di misurarsi col sacrificio.
Quanta voglia di raccontarsi, la vedi negli occhi di chi osserva un paesaggio e senza accorgersi sorride al finestrino di un treno. Chissà quanti pensieri, quanto perdono, quanto dolore... Magari nell'abbraccio di chi li accoglie in stazione. Pace, rassegnazione, finzione ma in ogni modo amore. Ora va via sulla banchina, la mano a una piccola vestita di azzurro che la guarda con ammirazione. Ora so. Raccontava l'attesa di abbracciare sua figlia, con quel sorriso al finestrino di un treno.
Padri che rinneghiamo, che arriviamo a odiare. Tra tutti i difetti che riconosciamo nei nostri padri e contro i quali combattiamo strenuamente, il peggiore si insinua viscidamente nella nostra gestualità, sconvolgendo le nostre serene logiche inscatolate. Come se qualcuno potesse imporre al proprio sangue, di scorrere più lentamente.
Falsità e ipocrisia non risparmiano nessuno. Cambia solo il modo in cui vengono praticate.
Ciclicamente. Abbandonarsi. Osservare dall'orlo del burrone il nostro volo fallito. Ciclicamente ascendere. Su nuovi cieli, su altre nubi, sotto altri soli. Sentire sciogliersi le grandi ali faticose e stanche. Un altro battito, un ultimo salto. Nel vuoto ancora. E vuoti morire.