Scritta da: Violetta Serreli
Siamo talmente immersi nei reality show che, perfino quando vediamo le persone per strada, non sappiamo se stiano recitando.
Composta venerdì 24 maggio 2013
Siamo talmente immersi nei reality show che, perfino quando vediamo le persone per strada, non sappiamo se stiano recitando.
Aggrapparsi al superfluo, per illudersi di avere un briciolo di ragione.
La primavera porta ariette frizzanti e piccole simpatie, di cui non sempre si capisce la natura. A volte è solo solitudine, si deve stare molto attenti. Non ci si deve tuffare in mare se si ha sete> io so restare a galla, ma odio la salsedine che ti rimane appiccicata. Quel salaticcio innaturale di cui non vedi l'ora di liberarti sotto una doccia quasi catartica. Non è un caso che non ami andare al mare. Amo respirare a pieni polmoni l'aria fresca della montagna, amo l'aria gelida della pioggia improvvisa sul volto, la luce abbagliante della neve. Amo tutto ciò che dal freddo trae il suo motore. E non sopporto il sole che spazza via l'unico mio ossigeno.
Niente è più delicato che scherzare con persone che non si conoscono.
Il dialogo che intendo io non si può fare con le persone. Le persone sono importanti, ma non si è mai totalmente sinceri con le persone. Dovrebbero averti visto nascere, crescere, mangiare, piangere, ridere, giocare... Si tratta di intimità. E con la persone non la puoi mai avere davvero. Qualcuno la chiama Universo. Io la chiamo Dio.
Il male, a piccole dosi, lo ingeriamo e lo somministriamo tutti. Ma di affascinante non ha granché. Il male è una gran vigliaccata. La prepotenza non ha spirito. La prepotenza è un cancro. Il male non si può definire... Il male è il male. Come non si può definire il bene, né l'amore. Sono concetti assoluti, hanno solo sfumature. Il male è un grosso contenitore.
Cosa significa essere pronti? Significa sentire che puoi cambiare pagina della tua vita. Io al momento l'ho strappata, l'ultima pagina. E l'ho nascosta così non so come andrà a finire, e non ho voglia di saperlo. Brucio tutte le pagine. Brucio anche quelle bianche che mi si presentano, perché non ho voglia di leggerle, né di scriverle.
Evangelizzare. Dal greco eu + anghelos. Portare la buona novella. Diffondere qualsiasi buona parola. Il buono è calamitante, il buono può essere accattivante e affascinante. I buoni d'animo scelgono la buona parola, sono fiduciosi nell'animo altrui. I buoni d'animo si fregano facilmente, basta far passare la cattiva novella ad un buon truccatore. Cacoangelizzazione. Dal greco kakos, brutto. In poche parole: merda. Occhio ragazzi.
Ho voglia di vedere tutto con gli occhi di un bambino. Con quella ingenuità, quella purezza di chi si affaccia al mondo e scopre le sue meraviglie. E invece vedo solo il marcio, e anche lo sguardo di un bambino non mi intenerisce più. Non mi smuove animo di pace, ma anzi acuisce un dolore che non so spiegare fino in fondo. I bambini sono il nostro futuro. E io non vedo futuro. Siamo soli, e siamo gli ultimi. Finalmente.
La moda attecchisce laddove è manifesta la mortificazione dell'escluso.