Scritta da: Francesco Saudino
in Frasi & Aforismi (Comportamento)
Non tutti gli adulti sono necessariamente maturi, ma di certo nessun adolescente lo è, questo ormai l'ho capito.
Composta martedì 10 aprile 2012
Non tutti gli adulti sono necessariamente maturi, ma di certo nessun adolescente lo è, questo ormai l'ho capito.
Nel suo cervello c'è un neurone, ma è morto di solitudine.
Nulla vale più di noi stessi!
Una relazione è Simile a un Incontro di Boxe: Prima ci si studia, poi si colpisce!
Scrivere significa esprimere ciò che, timidamente, non riesci a pronunciare, racchiudere in dolci parole tutto il tuo amore, esprimere sentimenti repressi da tempo e dichiararsi con la persona amata. Significa essere quello che, nella realtà, non riesci ad essere... un po' per timidezza, un po' per pigrizia. Scrivere significa raccontare storie rinchiuse nell'anima e riuscire a trovare le parole giuste quando tutto sembrava perso. Significa dedicare poesie, scusarsi con parole meravigliose, pentirsi per gli errori commessi, raccontare la propria vita su un foglio bianco. Scrivere vuol dire macchiare quel foglio di sentimenti rinati, cuori risorti, anime innamorate, rabbie, pianti, sorrisi, legami persi, amicizie ritrovate, ogni frammento di emozione. Scrivere significa emozionarsi, mentre la tua anima scorre su questo foglio macchiato di inchiostro colorato e mentre rileggi la tua vita, candida, bellissima vita. Scrivere è ridere, ridere quando tutto sembrava abbandonato e quando ogni cosa si anneriva per le più futili sottigliezze. Perché scrivere è anche un po' questo: ritrovare, nel grigio più assoluto, una fetta di arcobaleno. E perché scrivere vuol dire, nella sua più semplice banalità, ritrovare se stessi. Perché, seppur dentro mi senta morire, scrivere significare ricominciare a vivere... vivere per me stessa, vivere per gli altri!
La natura polimorfa e camaleontica dei social network sostituisce oramai quasi tutto. Non serve andare in chiesa per pregare: lì sfilano santi e cristi a tutte le ore. Non serve neanche appartarsi intimamente per amoreggiare, anche se si convive nella stessa casa: va di moda l'esibizione virtuale. Forse non è necessario neanche cucinare piatti elaborati, basta vederli sfilare. Credo che si stia perdendo qualcosa per strada e tutto è grottescamente un po' ridicolo.
Mica che uno va in giro tutto il santo giorno a dire alla gente: 'guardate che ho la furia appresso ". Uno se la porta dentro, nascosta bene in una piega dell'anima e magari non esce mai fuori.
Ma poi salta il giorno in cui meno te lo aspetti e ti pungono sul vivo, nel vivo di quella piega d'anima e la furia esce fuori e prende il sopravvento e tu dopo dici:
" Ma che è successo? Io non lo volevo fare. Torniamo indietro di un minuto solo, vi prego, torniamo a tutto com'era prima".
E invece niente sarà più come prima e magari ci fosse, quel giorno, tua madre per piangerle addosso.
Tu non mi conoscevi quando ero agli inizi e non avevo idea di come sono davvero le persone.
Quelle che hanno un potere assoluto su di te e che tu adori.
Non avevo idea delle porcate in cui ti possono trascinare con le loro lusinghe.
Dopo, non ti sentirai più quella di prima.
Potrai far finta di niente, nascondere tutto sotto le assi del pavimento, ma è come il cuore rivelatore di Edgar Allan Poe, sempre presente.
Non puoi parlarne con nessuno, nemmeno se ti tiene sveglio di notte.
Non puoi dirlo nemmeno alla persona che ti è più cara, che hai quel cuore freddo e morto, nascosto sotto il pavimento e che è colpa tua se sta là sotto.
Il cambiamento non avviene chiedendo il permesso; casomai chiedendo scusa, dopo.
Quando sei giovane, ingenuo, e sognatore saresti disposto a far qualsiasi cosa per ottenere quello che desideri. Talvolta ti capita di renderti ridicolo. Talvolta ti capita di sentirti come se nessuno oltre te capisse ciò che fai e il motivo per cui lo fai. Come se solo tu avvertissi che c'è dell'acqua sotto quella terra. E allora scavi, scavi, scavi. Nessun amico, per quanto in buona fede e in possesso dei migliori consigli del mondo, riuscirà a distoglierti dal tuo obiettivo. Continuerai a scavare. Anche a mani nude, anche aggrappandoti ad ogni minimo segnale che ravvivi la tua speranza di non esserti sbagliato, di non aver sprecato tempo, energie, impegno per qualcosa, per qualcuno che non lo meritasse. Il fatto è che finché su quel fondo non ci arrivi tu, da solo, con le tue convinzioni e con la tua testa, con tutte le cicatrici e i segni che restano indelebili, non capirai. E solo una volta toccato il fondo, esausto, alzerai la testa e troverai le stelle lassù ad aspettarti. E capirai. Capirai che quelle stelle lassù ci son sempre state, ma che non avresti mai potuto vederle prima. Che ora sai da che parte andare. E, a quel punto, crescerai.