Scritta da: Marco Fusi
Oggigiorno la coscienza è come una tetta al silicone, se te la fai tutti la notano.
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Oggigiorno la coscienza è come una tetta al silicone, se te la fai tutti la notano.
Ho preso il toro per le corna e l'elefante per il naso, la iena ridens è ancora lì che schiatta dal ridere.
L'unico tiranno che non ha le ore contate è il tempo.
Sono un consumatore, che brutta parola, è di per sé stessa un senso di colpa.
Mi sono guardato allo specchio, non mi sono piaciuto, ho cambiato specchio.
La vita è come farla in un campo di ortiche, se ti rilassi sono subito guai.
Ho chiesto ad un'amica quale fosse stato il suo viaggio più bello, "il mio viaggio di nozze" mi ha risposto, "siamo partiti in due, siamo tornati in tre".
Su in alto, oltre il mio mondo,
oltre ogni confine sogno il tuo volare,
leggiadra nel cuore,
leggera brezza di vento,
soffiami dentro che di te voglio librare.
Vento d'Amore che le nuvole spingi,
portami di te il profumo che nella pelle hai.
Io che so parlare al cielo Amo per davvero,
tu,
stella di ogni mio sorriso, che ti sei posata sul
cuore mio con la levità di un fiocco di neve
brilla più che puoi senza mai cadere,
perché nel desiderio che comporta non vi sia nessuno
oltre noi.
Io e te.
Un brivido lungo la schiena.
Tiro il fiato.
L'attimo prima della vittoria.
Un lungo viaggio,
la vanità di un istante
consacrato all'immortalità.
Mio caro, dolce Papà, mi hai insegnato a lavorare sodo e onestamente per vivere in modo dignitoso e pienamente consapevole del mio valore di cittadina.
L'unica cosa che non mi hai detto è che di lavoro si può anche morire.
Il nero della morte troppo spesso si tinge di bianco e in quest'assenza di colore ti ho perso per sempre.