Scritta da: Arturo Donadoni
in Frasi & Aforismi (Filosofia)
Quello che pensi tu non è importante più di tanto, io esisto comunque.
Composta lunedì 11 febbraio 2013
Quello che pensi tu non è importante più di tanto, io esisto comunque.
Tanto tempo fa ho cominciato a scrivere il copione dei miei atti, questa sera sbalordirò il mondo intero, si aprirà il sipario, si spegneranno le luci, e da grande interprete reciterò la parte finale della mia vita.
L'impossibilità di non poter fare una cosa mi ha fatto comprendere ciò che prima ignoravo. Si deve sempre cercare di sfruttare ogni singolo momento della propria vita.
Si nasce per morire si cresce per morire si vive per morire si muore per rinascere.
Prima di intraprendere qualcosa rifletti attentamente e dopo aver riflettuto agisci subito.
Sii gentile, perché ogni persona che incontri sta già combattendo una dura battaglia.
L'uomo è inaccettabile.
Colui che nell'animo è solido come una roccia, colui che non vacilla, colui che non prova nulla, colui che non ha emozioni, e non s'adira, non può conoscere la sofferenza.
Ma è un originale, senza nessuna cultura: uno di quei selvaggi moderni che ora si vedono spesso, di quei liberi pensatori che hanno assimilato d'emblée i concetti dell'ateismo, del materialismo. Prima il libero pensatore era un uomo che aveva appreso i fondamenti della religione, delle leggi, della morale, e poi, da sé attraverso lotte e travagli, era giunto al libero pensiero: ma ora c'è un nuovo tipo di liberi pensatori, i quali non hanno mai sentito dire che vi sono leggi morali e religiose e che non sanno fare altro che negare, cioè sono dei selvaggi. Lui credo che sia figlio di un maestro di Mosca e non ha ricevuto alcuna istruzione. Quando entrò all'accademia e cominciò a farsi una certa fama, siccome non è sciocco, volle istruirsi e si mise a leggere le riviste e i giornali, e così si fece una cultura superficiale che l'ha portato alla negazione di tutto. Un tempo almeno si studiava il passato per combatterlo, ma ora ci si contenta di paroloni: selezione, evoluzione, lotta per l'esistenza e via discorrendo.
- Che gusto c'è a discutere? Nessuno persuade mai un altro.
- Sì è vero. Spesso si discute con calore senza capire quel che l'avversario dice.
Levin aveva spesso osservato nelle discussioni fra le persone più intelligenti che dopo enormi sforzi, un'enorme quantità di sottigliezze logiche e di parole gli interlocutori giungevano infine alla consapevolezza del fatto che quel che avevano cercato di dimostrarsi a vicenda era loro noto da lungo tempo, dall'inizio della discussione, ma che piacevano loro cose diverse, ragione per cui non volevano citare quel che piaceva loro per non essere contraddetti. Aveva spesso sperimentato che a volte, nel corso di una discussione, capisci quel che piace all'avversario, e d'un tratto piace anche a te la medesima cosa e immediatamente ti trovi d'accordo, nel mentre tutti gli argomenti cadono, quasi fossero inutili; di tanto in tanto aveva sperimentato il contrario: dichiari finalmente quel che ti piace e a tal fine elabori le tue argomentazioni, e se capita che tu esponga il tutto bene e sinceramente, all'improvviso l'avversario concorda e smette di discutere. Proprio questo egli voleva dire.
Ella corrugò la fronte, cercando di capire. Ma non appena egli cominciò a spiegare, ella aveva già capito.
- Capisco: bisogna sapere per cosa egli discute, che cosa gli piace, allora diventa possibile...
Ella aveva pienamente intuito e manifestato il suo pensiero mal espresso.