in Frasi & Aforismi (Libri)
Ma lei - quel dono– l'aveva avuto fin dalla prima infanzia, e il Signore del Sole non poteva toglierglielo, poiché non era stato lui a darglielo.
dal libro "La torcia" di Marion Zimmer Bradley
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Ma lei - quel dono– l'aveva avuto fin dalla prima infanzia, e il Signore del Sole non poteva toglierglielo, poiché non era stato lui a darglielo.
"Di qualunque cosa si trattasse," disse il macchinista nel silenzio, "era grande. Gli è calato addosso come un fottuto pipistrello gigantesco".
Perché il sistema consente di arrivare al potere col disprezzo; ma è l'iniquità, l'esercizio dell'iniquità, che lo legittima.
Eccolo arrivato. L'oceano di dolore. L'altra riva così lontana, oltre quella massa d'acqua ribollente, che non potevo neanche immaginarla, ancor meno vederla.
Ancora una volta, smarrito il mio obiettivo mi sentivo vuoto. Salvare Bella era stata la mia battaglia per tanto tempo. E avevo fallito. Aveva deciso di sacrificarsi e di lasciarsi fare a pezzi dalla figlia del mostro. La battaglia era persa. Era tutto finito.
Ecco cosa succedeva a frequentare i vampiri: ci si abituava a loro. Iniziavano a crearti confusione a far vacillare la tua maniera di vedere il mondo. Cominciavano a comportarsi da amici.
Rabbrividii al suono che mi lasciavo alle spalle, mentre arrancavo lungo le scale. Il suono di un cuore morto costretto a pulsare.
Gandalf avvicinò la sedia al capezzale e osservò Frodo da vicino. Il suo viso aveva ripreso colore, e gli occhi erano limpidi e del tutto svegli e coscienti; stava sorridendo, e pareva perfettamente ristabilito. Ma gli occhi dello stregone vedevano un leggero cambiamento, come fosse una lieve trasparenza in lui e soprattutto nella sua mano sinistra posata sul copriletto.Commenta
"Era da aspettarsi", disse Gandalf parlando a se stesso. "Non è nemmeno a metà strada; e come sarà alla fine neanche Elrond può prevederlo. Non penso però che diventerà malvagio; forse sarà soltanto un bicchiere empito di una limpida luce, visibile agli occhi meritevoli".
Guardandosi allo specchio rimase stupefatto nel vedere la sua immagine molto più magra di quanto non ricordasse: rassomigliava straordinariamente al giovane nipote di Bilbo che andava girovagando con lo zio nella Contea; ma gli occhi che lo guardavano erano pensosi.Commenta
"Si, hai visto un bel po' di cose dall'ultima volta che guardasti fuori da uno specchio", disse alla sua immagine.
Le vittorie non sono i grandi successi.
Non sono l'arrivo al traguardo del vincitore.
Non sono la corona di alloro e l'applauso del pubblico.
Non sono il gradino più alto del podio.
Sono le vittorie che tu riporti giornalmente sulla solitudine, sulla povertà, sulla fame, sulla fatica, sulla sconfitta, sulla delusione, sull'ingiuria, sul disprezzo, sulla sofferenza.
Sono la tua resistenza alle difficoltà.
Sono il tuo coraggio nell'affrontarle.
Sgranò gli occhi. "Questo sarebbe il tuo sogno? Diventare un mostro? ".
"Non proprio", risposi, rabbuiandomi alla parola che aveva scelto. Mostro, figuriamoci. "Più che altro, sogno di restare con te per sempre".
La sua espressione cambiò, resa mesta e dolce dal sottile dolore che m'incrinava la voce.
"Bella". Con le dita sfiorò il contorno delle mie labbra. "Starò sempre con te. Non ti basta?"
Il sorriso mi si aprì sotto le sue dita. "Mi basta, per ora".