Scritta da: Clocci
in Frasi & Aforismi (Libri)
Pochi possono vedere dove li condurrà la via prima di essere giunti alla fine.Commenta
Qui trovi frasi sui Libri, frasi sulla lettura, piccoli estratti e citazioni utili. Ti ricordiamo poi che il 23 aprile si festeggia la Giornata mondiale del Libro.
Pochi possono vedere dove li condurrà la via prima di essere giunti alla fine.Commenta
È assai più facile gridare "fermi!" che fermarsi.Commenta
Il Domani è ignoto. Spesso il levar del sole porta consiglio.Commenta
Era come far recitare a un arcangelo la parte di un ragioniere: non potevo immaginarlo in un ruolo tanto banale.
Non uno: un milione. Non di corda, ma d'acciaio. Un milione di cavi d'acciaio che mi legavano ad una cosa sola; al centro dell'universo. Finalmente capii che l'universo ruotava intorno a quel punto. Non avevo mai colto la simmetria dell'universo, che adesso mi era chiara.
Il mio tremore si fermò all'improvviso e fui invaso da un calore più intenso, nuovo. Che non bruciava.
Splendeva.
Tutto si sciolse dentro di me e rimasi immobile davanti al visetto di porcellana della bambina, metà vampira, metà umana.
Tutti i lacci che mi stringevano alla vita, si spezzarono in un attimo, come lo spago di un grappolo di palloncini. Tutto ciò che mi rendeva ciò che ero - l'amore per la ragazza morta al piano di sopra, l'amore per mio padre, la fedeltà al mio nuovo branco, affetto per gli altri miei Fratelli, l'odio per i miei nemici, per la mia casa, per il mio nome, per me stesso - si staccò da me in quell'istante - zac, zac, zac - e fluttuò nello spazio.
Ma non andai alla deriva - un nuovo laccio mi tratteneva dov'ero. Non uno: un milione. Non di corda, ma d'acciaio. Un milione di cavi d'acciaio che mi legavano a una cosa sola; al centro esatto dell'universo.
Finalmente capii che l'universo ruotava attorno a quel punto. Non avevo mai colto la simmetria dell'universo, che adesso mi era chiara.
Non era più la forza di gravità a imbrigliarmi.
E allora perché diavolo tutto quell'entusiasmo nel vedermi? Come se valicando quella porta avessi dato un senso alla sua giornata.
"La sta uccidendo vero? Sta morendo". E dicendolo ebbi la certezza che la mia faccia era una copia sbiadita della sua. Più incerta e diversa, perché io ero ancora sotto shock. Ancora non me ne capacitavo, stava succedendo troppo in fretta. Lui aveva avuto tutto il tempo di rendersene conto. Ed era diversa perché io l'avevo già persa tante volte, e in tante maniere diverse, nella mia mente. E perché non era mai stata fino in fondo mia, perciò non potevo perderla davvero.
Era diversa anche perché non era colpa mia.
Perché essere onesto, in un mondo come quello in cui viviamo, significa esser qualcuno scelto in mezzo a diecimila.
Restava solo una persona. In realtà era sempre stata l'unica.