Scritta da: Tania Memoli
in Frasi & Aforismi (Social Network)
Parlo ad uno sconosciuto e lui mi ascolta come un amico.
Composta giovedì 2 marzo 2017
Parlo ad uno sconosciuto e lui mi ascolta come un amico.
Chi usa termini o azioni "forti" per comunicare, in realtà mostra una sua debolezza. Non sempre però. A volte è l'unico modo per coinvolgere il pubblico. Chi è forte è attivo, ma non ha bisogno di sentirsi forte né si accorge di esserlo nel momento dell'azione.
Senza affatto favorire un nuovo rinascimento, internet ha creato piuttosto la cultura del voyeurismo e del narcisismo centrata sui selfie.
Questa in cui viviamo è una società nella quale, per ironia della sorte o meno, le cosiddette reti sociali diventano ogni giorno che passa sempre più ostili e meno socievoli. L'ottimismo e la fantasia vanno in fumo in un attimo e la frustrazione è inevitabile. Ma poi passa ed eccoci qua, come tante altre volte, tutti insieme a pedalare sulla rete ciclabile tra la genialità e la cruda realtà di Facebook.
Il web è la tv del futuro, e i social network sono i palcoscenici sui quali persone note e altre in cerca di notorietà presentano il loro spettacolo. Ci nascondiamo dietro a nickname e ad avatar illusi di proteggere la nostra privacy e con la presunzione di poter scrivere di tutto e di tutti ignari del fatto che appena accendiamo il pc migliaia di web tracker sono pronti a tracciare il nostro ip e monitorare ogni singolo movimento. Mettiamoci la faccia, non una foto di facciata.
Milioni di parole e nemmeno un, "Ciao, come stai?"
Poi c'è il predicatore del nuovo millennio che ti spiega come fare e cosa dire. La tastiera e una webcam come pulpito, sa di tutto e tutti fanno a gara per intingersi i neuroni nella sua acquasantiera.
Persone psicologicamente deviate da quella illusione di popolarità, attraverso semplici autoscatti, senza aver realizzato nulla di concreto, reale e meritato impegno, risulta essere al quanto preoccupante per la società.
Guardiamo profili su Facebook, guardiamo notifiche sui cellulari, guardiamo messaggi su Whatsapp e negli occhi non guardiamo più nessuno. Ecco l'errore più grande di cui soffre oggi il mondo di tutti noi.
E comunque nessun amen scritto nei commenti, nessun like e nessuna condivisione di link su Facebook salverà i bambini dalle malattie. Solo la medicina o un miracolo potrà farlo.