No, no, no. Non avrei potuto farlo. Era troppo delicata, troppo buona, troppo preziosa per meritare questo destino. Non avrei permesso che la mia vita si scontrasse con la sua, distruggendola. Ma non potevo neanche starle lontano. Alice aveva ragione.
La amavo? Non credevo. Non ancora. Le momentanee visioni del futuro di Alice erano confuse, comunque, e potevo vedere come sarebbe stato facile innamorarmi di Bella. Sarebbe stato esattamente come cadere: senza sforzo. Non lasciare che mi innamorassi di lei era l'opposto di cadere, era come arrampicarmi sul versante di una collina, appiglio dopo appiglio, il compito era tanto faticoso come se non avessi avuto nient'altro che una forza mortale.
"Allora ci vediamo più tardi" dissi, cercando ancora di essere disinvolto, lo sguardo basso fisso al tappo roteante. E, comunque sia, ti adoro... in un modo spaventoso e pericoloso.
Cercai la sua mano e sospirai quando le sue dita fredde trovarono le mie. Il contatto portò con sé una stranissima sensazione di sicurezza, come una sofferenza placata all'improvviso.
Terza opzione: Edward mi amava. Il legame che ci univa era più forte della distanza, dell'essenza e del tempo. Poco importava che fosse più speciale, bello, brillante o perfetto di me, ormai anche lui era coinvolto e condizionato in modo irreversibile. Era destinato a essere mio per sempre, come io appartenevo a lui.