Scritta da: Andrea Manfrè
La popolarità è, di solito, una servitù illustre.
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La popolarità è, di solito, una servitù illustre.
Quale è la più onesta avarizia che si possa ritrovare?
Ella è quella del tempo, quando utilmente si consumano le ore.
Qual stimate voi sia la propia condizione del ricco avaro? Il tormentarsi per istrema cupidigia d'avere, e pauroso sempre stare di non perdere quel che si possiede.
Come chiameremo noi veramente le temporali ricchezze?
Gravezze della mente, lacciuoli dei piedi, e spine che ci trafiggono il cuore.
Perché si vieta il lodare, e il biasimar se stesso?
Percioché l'uno è segno di vanità, e l'altro è segno di pazzia.
Per quale ragione ed a fuggire la molta necessità?
Percioché per lei si guastano i buoni intelletti.
Perché debbonosi fuggire i guadagni ingiusti e illeciti?
Percioché dè mali guadagni brieve e fugace fu sempre il diletto, e amaro ne fu sempre il frutto.
Per quale ragione amarono molti savi uomini la solitudine?
Percioché ella fu dagli antichi greci detta essere essercizio della sapienzia, e vero tempio degli Iddii.
Pensar come i pochi; parlar come in molti; come i pochi, cioè i saggi; come in molti, cioè senza affettazione o singolarità.
I motti si chiamano sali. Il sale è penetrante ed acuto; ma nelle vivande compie mettervi il puro loro bisogno, e niente di più.