Scritta da: Nietzsche87
La felicità è banale, la tristezza è artistica.
Composta lunedì 6 giugno 2011
La felicità è banale, la tristezza è artistica.
Perché esista arte, perché esista un qualsiasi fare e contemplare artistico, è indispensabile un presupposto fisiologico: l'ebbrezza. L'ebbrezza deve prima aver accresciuto l'eccitabilità dell'intera macchina: altrimenti non si giunge all'arte. Tutte le specie di ebbrezza per quanto diversamente condizionate, possiedono la forza di far ciò: soprattutto l'ebbrezza dell'eccitazione sessuale, la più antica e originaria forma di ebbrezza. Ugualmente l'ebbrezza che sopraggiunge al seguito di tutte le grandi brame, di tutti i forti affetti; l'ebbrezza della festa, della gara, del pezzo di bravura, della vittoria, di ogni commozione estrema; l'ebbrezza della crudeltà; l'ebbrezza della distruzione; l'ebbrezza prodotta da determinati influssi meteorologici, per esempio l'ebbrezza della primavera; oppure dall'influsso dei narcotici; infine l'ebbrezza della volontà, di una volontà sovraccarica e turgida. - l'essenziale dell'ebbrezza è il senso dell'aumento di forza e della pienezza. Da questo si comunicano sentimenti alle cose, le si costringe a prendere da noi, le si violenta - questo processo vien detto idealizzare. Sbarazziamoci qui di un pregiudizio: idealizzare non consiste, come comunemente si crede, nel togliere o eliminare ciò che è piccolo, secondario. Quel che importa è piuttosto spinger fuori, grandiosamente, i tratti principali in modo che gli altri scompaiano.
Più mi sforzo di cambiare per diventare una persona migliore, più le ferite si riaprono e dolgono sempre più intensamente.
Ho sempre più la conferma di non essere dalla parte del torto e di aver ragione quando dico che solo le favole, la letteratura e i films sono fatti per i buoni.
Mi chiedo spesso se possa esistere qualche donna veramente adatta a me; ma più passa il tempo e più mi rendo conto che la persona giusta è solo un miraggio. Esiste solo la persona meno sbagliata.
Bisognerebbe sempre esprimere i propri sentimenti verso un'altra persona in modo diretto e spontaneo; anche se spesso la reazione di chi hai di fronte ti fa pentire di averlo fatto.
La negazione cede all'accettazione; l'accettazione genera dipendenza.
La paura rende uniti gli uomini... spesso anche uguali.
Solo gli "Spiriti liberi" non hanno paura di niente. C'è chi li chiama Saggi, chi Illuminati, chi Filosofi e chi li definisce Anarchici. Altri ancora li chiamano semplicemente Artisti.
Io li definisco uomini coscienti della loro essenza.
Singole entità creatrici e pensanti; prive di superstizioni; libere da tutto tranne che dal tragico gioco del Caso... ma questi non lo temono; convivono con esso perché amano la vita e non la giustificazione della vita.
Quando nella vita sta andando tutto troppo bene, in quel momento commettiamo un errore. Sembra quasi che abbiamo la necessità di ripudiare la "pseudo felicità" che ci circonda. Spesso può essere il primo passo verso il baratro.
Amami... e sarai costretta a versare molte lacrime.
Odiami... e riuscirai a sentirti l'unica che rapisce il mio sguardo.
Cercami... e mi vedrai in lontananza... voltato verso l'orizzonte.
Cacciami... e avrai il mio cuore nel tuo palmo.
Solo una cosa non dovrai mai fare: mostrarmi la tua indifferenza. Io sono un demone esiliato che si nutre di passioni! Senza di esse io mi spegnerò; e nel bene e nel male smetterò di essere la tua fonte di gioia e tormento.
Il vero amore si incontra quasi sempre nei momenti sbagliati. Sarebbe troppo semplice se non ci fossero imprevisti e complicazioni... Non sarebbe reale.