Scritta da: Antonio Belsito
in Frasi & Aforismi (Amore)
È così. "Solletica e sollecita dentro" a tal punto da divenire irresistibile guardarsi e abbracciarsi per sentirsi.
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È così. "Solletica e sollecita dentro" a tal punto da divenire irresistibile guardarsi e abbracciarsi per sentirsi.
La pioggia detta il ritmo dei silenzi più dolci e rumorosi.
Siamo morte con morte e resuscitiamo al primo respiro e ci emozioniamo al primo pianto e ci sorprendiamo al primo sorriso e cresciamo e siamo pure vita.
Sono giorni in cui non ci si sente accordati. Sì, non si è in accordo. Sono quelle giornate uggiose in cui il grigio sembra volgere verso la luce del sole, eppure non accade; rimane un grigio che è stasi, fors'anche un po' malinconia. Sono giorni in cui si sta davanti alla finestra in attesa.
Ho sempre pensato che sono gli invisibili a cambiare, veramente, un mondo. Quelli che non appaiano ma ci sono, quelli che interagiscono nella quiete, edificante, delle loro parole. Quelli che, senza proclama o bacheche, arrivano al cuore con gesti pregni di semplice quotidianità. Il resto è solo rumore: stride l'eco di un "ritorno".
La vita è istanti vissuti che riempiono e non istanti persi che svuotano.
Noi! Noi non siamo eroi, noi non abbiamo la pelle degli eroi, noi non abbiamo il fiato e le braccia degli eroi, noi abbiamo un cuore pallido e un pugno timido, noi non abbiamo lo sguardo di ferro, noi abbiamo un coraggio codardo rifugiato in un pensiero, in un sentimento. Abbiamo paura di morire nel momento e lo fermiamo col colore, con l'inchiostro e, poi, le note e i pentagrammi e le foto, i pennelli, anche la creta, il tornio, dietro un sipario, accucciati sulle nostre paure, rincorsi dai tormenti. Noi non abbiamo la lingua degli eroi ma ci schiantiamo contro un silenzio che solo noi capiamo; siamo il nostro ronzio mentre ci facciamo compagnia crollati, accartocciati, perché il limo delle nostre carni è corroso dalla verità sciagura. Sciagurati a saltellare per una nota cercata giorni a testa bassa sul culo dell'esistenza, nello strappo di una tela, nel rumore di un canto, nel frantumarsi di una matita, nel fruscio di un montaggio, nello scricchiolio di un passo di danza, nello sciacquio della china.
Ora sento il tuo nome scandito brulicare nel mio cuore e accelerare ogni battito, impetuoso. Cingo con le braccia me stesso, immaginando la tua luce, e chiudo gli occhi per sentirti vicina. Il buio mi risucchia in un vortice di colori vivi e mi ritrovo a carezzare le tue labbra disegnate, a immergermi nella morbidezza di un istante che torna battito appena riapro gli occhi. Ti sento nello stomaco come fossi il pugno più carezza che ci sia. Tendo le braccia per acchiappare quel sentirti perché so che ci sei come quell'orizzonte che mi sorprende ogni giorno. Ammiro. Sei il mio confine... il mio infinito.
Un bambino andrebbe cullato, sostenuto, difeso nel suo essere indifeso, proprio come un cielo di stelle, perché ogni bimbo ha diritto a sognare e a credere nel domani, quel domani che gli adulti, i "grandi" dovrebbero costruire oggi, tendendo la mano a ogni bimbo.
Credo che già incontrarsi sia tenersi. Se non ci si tiene, significa che non ci si è mai incontrati.