L'angelo di ognuno di noi è colui che, a nostra insaputa, con un "soffio di vento" in una stanza chiusa, spegne la candela della nostra vita terrena: il nostro cuore regalandoci la speranza del ritorno al "nulla o al tutto".
Finché avrò vita in questa terra vorrò vivere ogni istante della stessa con l'istinto di un leone a caccia della sua preda, con la forza di un gladiatore in continua lotta per la sopravvivenza, sfruttando appieno tutte le doti e i mezzi che, la stessa, vorrà donarmi e con l'intensità e la passione dell'istinto degli istinti; l'amore: sino alla fine dei miei giorni, quando non rimarrà della mia materia solo che "aria e polvere", affinché non rimanga inerme e abbia la forza "di continuare a volare" con energia nuova nell'eternità delle opere di "Pensieri e Parole" di chi vorrà ricordarmi sentendo l'aria muoversi attorno a se.
Il bacio, per essere considerato tale, deve regalare a chi lo riceve, la più grande carica sublimale, erotica, passionale, sconvolgente, estasiale e di trasporto affinché, chi lo dona, abbia sulle proprie labbra la somma di tutti questi elementi uniti insieme pronti ad incidere per l'eternità, con solchi invisibili per gli occhi e visibili per l'anima, sulle labbra dell'altro, il fuoco ardente che brucerà per sempre; "l'unicità è la capacità di pochi nell'essere unici"; ecco, questo è un "vero" bacio!
Il più bel regalo che l'uomo possa conoscere è il frutto della riproduzione della propria materia; i figli. Essi sono la panacea e il traguardo più significativo a cui ognuno può ambire; svegliarsi al mattino e sentire la pelle del corpo rabbrividire dalla meraviglia che la vista ci offre: i tratti, lo sguardo, il respiro, il corpo di ciò che l'uomo è capace di "creare": il proprio figlio, la propria figlia come risultato di un concentrato d'amore disinteressato, candido, astrale, che supera la logica della ragione e che "dovrebbe pervadere ogni singolo centimetro della materia di cui siamo fatti" per entrare in assonanza con la frequenza della nostra creatura nel più bello dei viaggi che un genitore può affrontare con il frutto ed il significato della sua permanenza terrena: "il viaggio dell'amore".
La morte; cos'è la morte? Un'angoscia per alcuni, un tormento per altri, l'incontro con Dio per i più, l'inutilità del nostro passaggio, troppo breve, per i rimanenti... La morte; non è forse il più grande degli appuntamenti a cui l'uomo è chiamato? Venire al mondo e morire; due modi che trovano tante congiunture: il bianco e il nero, il sole e la notte, il bene ed il male... non sono queste somiglianze della vita che ci fanno capire che facciamo parte di questa grande "giostra" dove ognuno ricopre un ruolo ben preciso? Perché angosciarci, patire, soffrire, trovare disperazione da ciò che è l'elemento più naturale nello stesso modo in cui veniamo al mondo? La morte nient'altro è che la somma delle somme del calcolo che si è compiuto durante il percorso di ognuno: la vita. La morte & la vita; la vita & la morte: stessa natura, essenza, emozione nate dalla condizione dell'alternarsi dell'una e dell'altra. Impariamo ad accettare la morte come accettiamo la vita in qualunque modo ella si presenti poiché, non potendo rispondere al più grande mistero dell'umanità, mi accontento di amare la vita come la morte essendo l'una conseguenza dell'altra e prodotto di un'energia finale che conduce verso quella condizione esattamente uguale a quando non si è ancora venuti al mondo; "il mistero dei misteri", "il ritorno alla sublimazione del nulla". Impariamo dalla morte; aiuta a vivere la vita che ci è stata concessa.
L'opera d'arte più misteriosa e complessa che l'uomo conosca e che possa ammirare in ogni angolo della terra è la donna; ella è la sublimazione e l'appagamento delle debolezze e delle mancanze dell'uomo, coadiuvatrice di pensieri opere e parole dell'essere umano, regina incontrastata della onnipotente virtù di regalare amore, benessere e completamento nella coppia, determinante quando vi è mancanza e collaborativa nella partecipazione all'intento. La donna è "inferno e paradiso" poiché come un'opera d'arte, se incompresa, regala, a chi la osserva, angoscia, inettitudine, incapacità d'interpretazione così ella è con l'uomo; soltanto pochi hanno la capacità reale di scoprire la profondità e la meravigliosa complessità di una donna e quelli sono relegati alla sublimazione dell'appagamento dei sensi, del corpo e dell'anima. Un uomo può scegliere di vivere in paradiso o all'inferno... la scelta finale dipende dalle sue virtù.
Angelo è colui che sa regalare senza chiedere nulla in cambio; sia questa felicità, un sorriso, un aiuto ai più deboli, un sostegno per chi nella vita cade ed ha difficoltà a rialzarsi, amore smaliziato, sostegno morale, psicologico, mentale, corporale, presenza attiva e di partecipazione all'altruismo e alla consapevolezza del grande valore del "feedback" che la vita ci dona come ricompensa invisibile agli occhi ma visibile allo spirito; l'amore.
L'amore; virtù nello sviluppare i "sensi istintivi dell'anima" entrando in completa conduzione sensoriale con la propria "macchina corpo". La trasduzione di tali elementi con le reazioni chimiche completano l'opera che ci porta verso quel processo che ci fa innamorare di un nostro altro simile; "i nostri ferormoni" sono il dolcificante che istintivamente aggiungiamo per completare quell'opera così tanto ricercata: "amare per essere amati".