Scritta da: Anna Maria D'Alò
Siamo una combinazione di eventi che si incontrano per accadere.
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Siamo una combinazione di eventi che si incontrano per accadere.
Qualsiasi essere amato - anzi, in una certa misura qualsiasi essere - è per noi simile a Giano: se ci abbandona, ci presenta la faccia che ci attira; se lo sappiamo a nostra perpetua disposizione, la faccia che ci annoia.
Non riusciamo a cambiare le cose secondo il nostro desiderio, ma gradualmente il nostro desiderio cambia.
Non abbiamo saputo superare l'ostacolo, come eravamo assolutamente decisi a fare, ma la vita ci ha condotti di là da esso, aggirandolo, e se poi ci volgiamo a guardare il lontano passato riusciamo appena a vederlo, tanto impercettibile è diventato.
Sono il suono del tuo sonno.
Vivo di flash, ad occhi aperti ti rivedo in ogni angolo della mia vita, anche se non ci sei mai stato. Rivedo il tuo sorriso ironico mentre gli occhi accompagnano gioiosi la smorfia della tua bocca.
Faccio spesso questi sogni, quando sono sola, per strada, sulla macchina, mi torna in mente una battuta, un gesto, uno sguardo e mi ritrovo a sorridere mentre la gente mi guarda stupita. Mi sveglio al mattino e mi chiedo... "starai ancora dormendo?". Mangio e mi ricordo che non ti piacciono i piselli. Lavoro e mi dico... "sei con Lei adesso?"
Lei che avrà i tuoi pensieri dolci, avrà le tue coccole, i tuoi abbracci, le tue carezze. Lei che non farai mai soffrire. Lei che sarà la stella nelle tue notti buie.
Lei che avrà tutta la tua vita nelle sue mani ed Io solo un sogno eterno da dimenticare.
Certa gente confonde la libertà di parola con il diritto di sparare stronzate.
Sei la libertà di essere me stessa.
Non mi era mai mancato il coraggio per combattere sino a che non avevo perso i motivi per farlo.
Nelle mie zone d'ombra, imbastisco discorsi e silenzi, tagli, cuciture e feritoie ed insani appelli fatti di richiami estremi alla tua carne che gronda sangue che mi trasuda dai pori, dagli alveoli, mi respira, annaspandomi, soffocandomi, l'ultima sillaba. Sei leggio, il mio tu che si fa pelle e t'inghiottisco, ti deglutisco a forza, costringendoti dentro al petto, per arrivarmi nell'intimità di ogni mia voglia che ti reclama, perentoria. Sei effige sacra e ti prego, Dio mulatto fatto di sesso ed altra brama che mi copia il desiderio e me lo incolla alla tua immagine. Somiglianza del mio divino.
Questa è una di quelle sere in cui vorrei addormentarmi con il dolce peso del tuo viso sul mio petto.