Scritta da: Sarah Tarricone
in Frasi & Aforismi (Libri)
"Ti amo più di qualsiasi altra cosa al mondo, senza eccezioni. Non ti basta?"
"Si, mi basta. Mi basta per sempre"
dal libro "Twilight" di Stephenie Meyer
"Ti amo più di qualsiasi altra cosa al mondo, senza eccezioni. Non ti basta?"
"Si, mi basta. Mi basta per sempre"
Edward, non avrebbe senso diventare immortale senza te accanto. Non vorrei vivere nemmeno un giorno senza te.
Ormai avrei dovuto esserci abituata, e tuttavia non era così. Avevo la sensazione che Edward fosse il genere di persona a cui era impossibile abituarsi.
Tutto a un tratto mi sembrò rassegnato. "Cosa vuoi sapere?"
"Quanti anni hai?"
"Diciassette" rispose istantaneamente
"E da quanto tempo hai diciassette anni?"
"Da un po'"
Cercare di tenerti in vita vuole dire davvero lottare contro il destino.
Sollevò la mano, indeciso, esitante, stava combattendo con se stesso; accarezzò svelto il profilo della mia guancia, con la punta delle dita. La sua pelle era ghiacciata come sempre, ma la traccia che lasciò sul mio viso era bollente, una scottatura che non provocava dolore.
Mi rivolse il suo solito sorriso sghembo, che mi fermò il respiro e il cuore. Non riuscivo a immaginare un angelo più splendido. In lui non c'erano imperfezioni da correggere.
- "Mi manchi" sussurrai.
- "Lo so, Bella. Credimi, lo so. È come se ti fossi portata via metà di me stesso"
- "E allora vieni a riprendertela"
- "Presto, il più presto possibile. Prima ti salverò"
- "Ti amo".
"Bella, ti prego! Bella, ascoltami, ti prego. Ti prego, bella, ti prego!"
Avrei voluto rispondere con un sì. O in un qualsiasi altro modo.
Ma non riuscivo a trovare le labbra.
"Bella, Bella, no! Oh, ti prego no, no". E l'angelo iniziò a gemere, senza versare una lacrima.
Non era giusto, l'angelo non doveva piangere. Volevo trovarlo, dirgli che andava tutto bene,
ma l'acqua era troppo profonda, e mi schiacciava, non riuscivo a respirare.
"Quante volte" chiesi disinvolta.
"Come?" Sembrava l'avessi distolto da chissà quale catena di pensieri.
Non mi voltai. "Quante volte sei venuto qui?".
"Vengo a trovarti quasi tutte le notti".
Mi voltai di scatto, stupita: "Perché?"
"Sei interessante quando dormi". Lo diceva come se niente fosse. "Parli nel sonno".
"No!" Sbottai, rossa di vergogna fino ai capelli.
Era dispiaciuto, glielo leggevo negli occhi. "Sei tanto arrabbiata con me?"
"Dipende!" Mi sentii come se qualcuno mi avesse rubato l'aria.
Aspettò che chiarissi.
"Da..." mi sollecitò dopo un po'.
"Da quel che hai sentito!" Strillai.
All'istante, in silenzio si materializzò al mio fianco e mi prese le mani con delicatezza.
"Non essere così sconvolta" Si chinò su di me e da pochi centimetri di distanza mi fissò negli occhi.
Ero imbarazzata, e cercai di distogliere lo sguardo.
"Ti manca tua madre" sussurrò.
"E che altro?"
Sapeva dove volevo arrivare. "Hai pronunciato il mio nome" ammise.
Sospirai, rassegnata: "Tante volte?"
"Quante sarebbero precisamente - tante-?"
"Oh, no!" Chinai la testa.
"Non prendertela con te stessa" mi sussurrò in un orecchio. "Se fossi capace di sognare, sognerei te. E non me ne vergogno".