"Perché non mi fai compagnia oggi?" chiese lui, con un sorriso. [...] "Così è diverso", riuscii infine a sibilare. "Bè...". Fece una pausa, e poi riprese di slancio a parlare. "Ho pensato che se proprio devo andare all'inferno, tanto vale andarci in grande stile". [...]" Credo che i tuoi amici siano arrabbiati con me perché ti ho rapita." "Sopravviveranno". [...] "Non è detto che ti restituisca, però", disse lui, con una luce maliziosa negli occhi. [...] "... a cosa devo tutto questo?" "Te l'ho detto, sono stanco di sforzarmi di starti lontano. Perciò, ci rinuncio." "Rinunci?", ripetei io, confusa. "Si, rinuncio a sforzarmi di fare il bravo. D'ora in poi farò solo ciò che mi va e mi prenderò quel che viene." Il sorriso svanì e nella sua voce c'era una punta di durezza. "Mi sono persa un'altra volta." Riecco il sorriso sghembo mozzafiato.
Erano di una tale avvenenza, e avevano tanto stile e portamento che avrebbero potuto cavarsela anche coperti di stracci. Sembrava un'esagerazione che quei ragazzi fossero sia belli che ricchi. Eppure, per quel che ne sapevo, il più delle volte la vita andava così. Tuttavia non pareva che il denaro gli avesse comprato la benevolenza di Forks.
"I tuoi istinti umani... " m'interruppi, e lui attese che completassi la frase. "Beh, mi trovi minimamente attraente anche il quel senso?" Rise e mi arruffò i capelli quasi asciutti. "Non sarò un essere umano, ma un uomo sì".
"Seriamente, Edward" sentii un brivido quando pronunciai il suo nome e non ne fui contenta, "non riesco a seguirti. Pensavo che non volessi essermi amico" "Ho detto che sarebbe meglio se non diventassimo amici, non che non voglio"
La mia mente girava in tondo, cercando inutilmente una via d'uscita da quell'incubo. Non c'era scampo, non c'erano soluzioni. Nel futuro vedevo la luce sbiadita di una sola conclusione possibile. La sola incertezza riguardava il numero di persone che nel frattempo ci sarebbero andate di mezzo.