Scritta da: Christabella del Mar
Un professionista vive solo, e per dar sollievo al corpo il mondo offre un'ampia scelta di puttane.
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Un professionista vive solo, e per dar sollievo al corpo il mondo offre un'ampia scelta di puttane.
La memoria è la pietra angolare che sostiene tutta la mia architettura di uomo e scrittore. La nostalgia non so cosa sia, però a volte la sento, e mi piace provarla, per ciò che è stato e per i propositi che hanno avuto la possibilità di diventare realtà.
C'ho fatto l'abitudine. E poi la vera saggezza è sapere quando le cose finiscono. Soprattutto uno scrittore deve sapere quando dire basta. Non ripetersi. Perché scrivere deve essere un gesto libero e non una condanna.
Luis Sepúlveda, con le parole, ci ha annichilito: qualunque sia stata la forma letteraria nella quale le abbia usate. Era un guerriero con la grazia di un poeta. Profondo, leggero, convincente, umano. Umile e fiero allo stesso tempo. Grintoso e mite. Averlo conosciuto è stato un privilegio. Avergli parlato (in italiano, perché la nostra lingua gli piaceva tantissimo) un dono da conservare in cassaforte. Chi ha capito il suo messaggio sa cosa vuol dire avere il coraggio di volare. Da suo coetaneo, cercherò di ricordarmelo.
Ci piaccia o no, portiamo tutti inscritta nel nostro codice genetico la meccanica della fuga in avanti.
Le mani sono l'unica parte del corpo che non mente. Calore, sudore, tremito e forza. È quello il
linguaggio delle mani.
[...] perché se li nominiamo e raccontiamo le loro storie, i nostri morti non muoiono.
A volte il vino è la manifestazione liquida del silenzio.
Tutti cominciammo a guardare in fondo al bicchiere, cercandovi le parole per riconoscere una delle verità più tristi, quella che ci insegna la cosa peggiore dei cinquant'anni, e cioè che a quell'età cominciano a morirci gli amici.
La morte è l'unica opera umana che tocca la perfezione, e a noi è vietato vederla.