Scritta da: Mariella Buscemi
Limiti impercettibili. Ci definiscono non comprendendo che siamo il confine stesso prima d'ogni possibile scelta.
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Limiti impercettibili. Ci definiscono non comprendendo che siamo il confine stesso prima d'ogni possibile scelta.
Alcuni odori sanno di respiro leggero. Quelli che si immaginano invadono anche la percezione del sapore.
I mostri te li porti a passeggio, ti stanno alle calcagna, ma sono loro che tengono al guinzaglio te, pronti a farti un attentato nei momenti di fragilità, sotto forma di panico, fobie, umori che si dondolano al ritmo di altalene sbilenche e dalle corde sfilacciate, che un giorno sei Dio e l'altro ancora l'unghia incarnita del suo piede.
Il gusto dovrebbe essere il senso più relativo al mondo, ma quello cattivo dilaga in maniera così omogenea, quasi, da far pensare d'avere tutti la stessa lingua.
Avrò anche forme d'amore dissociate, autistiche, malate, ma sono tutte quante sincere.
Sono sempre più convinta che la verità non risieda nelle cose dette o fatte ma in quelle taciute a ridosso della propria consapevolezza. Decidere di non darle voce riguarda l'inaccettabile di cui si compone.
Ho coltivato il cielo. Sarà stato per questo che ho raccolto aria di tempesta.
Osai scrivere ipotesi sui crinali delle parole poste a penzoloni sui dubbi. Scelsi la riva. La sabbia umida che seppe subito della brezza e sul mattino timido appoggiai l'azzardo di un palmo che cerca la gota. Sui fondali si inasprì l'indecisione e l'eco delle conchiglie mi raccontò della vastità. Il sibilo. Il tuono. Il cuore. Sommessi tonfi e cerchi concentrici, ché dove fu più acqua, allora, divenne inaspettatamente epidermide. Un volo in diffusione lenta. Il cielo che mutò in terra. E di questo il mare ne sa qualcosa. Scrissi. Fu un vociare indistinto sin dalle prime righe; optai per le onde, alzando gli angoli dei fogli sul gioco del vento. L'ostracismo del pensiero.
Chirurghi estetici a infilar aghi spessi un decennio tra le giunture dei ricordi. Memorie così ferite da sanguinare il tempo necessario alla prossima anestesia. La cicatrice oscenamente vistosa delle rime ciliari.
Io credo che una cicatrice dell'anima sia la firma di un patto tra il dolore e la sopravvivenza.