Scritta da: Susanna Scarlata
È il tremore dei cieli spenti a rincorrere stelle e coraggio.
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È il tremore dei cieli spenti a rincorrere stelle e coraggio.
Si parla di sesso, si parla d'amore. Come se il primo non si potesse legare al secondo. Come se le due cose insieme non potessero esistere. Ma chi l'ha detto? La vera libidine è lasciarsi travolgere dall'amore e sprofondare nella più proibita passione. Esiste il sesso fatto con il cuore, quello di chi si tocca con desiderio e tiene i sogni sulla pelle, quello fatto con chi ami con tutto te stesso, quello fatto senza preoccuparti di niente, perché se sei con quella persona tutto è possibile, e non esiste vergogna che non possa essere strappata dagli istinti.
Bisogna essere pronti per fidarsi. Ci vuole il coraggio, quello grosso. È che a volte non lo trovi, lo cerchi ovunque, ti ci vorresti appigliare magari. Ci vuole coraggio a fidarsi e non c'è mai tutto quanto. E fa paura tutto, le parole dette, quelle immaginate. Fa paura tutto e fan paura le bugie. E pensi magari faccio male, dovrei lasciarmi andare pensi e poi ti ritrovi lì a domandarti se sia meglio fidarsi e tendersi, o chiudersi e stringere i pugni. Ma lo sai poi, che la vita passa e non ti aspetta.
Diventa un problema riuscire a dormire. Quando il sonno non arriva e i pensieri se ne vanno altrove. Ti ritrovi per strade perdute a raccogliere le cose peggiori quelle che durante il giorno sembrano averti abbandonato e poi la notte ti strangolano quasi a non volerti lasciare più.
Le belle facce, le parole sporche. E non ci sto, non lo accetto. Non sono mai stata brava a farmi andare bene tutto. Che son qui per combattere e magari ferirmi. Che la voglio dire tutta e poi magari pentirmi. Mi seguo da sola, non inseguo nessuno. Lo riconosco il marcio che scivola nel buio.
Nell'instabilità dell'essere
sono molte più le volte in cui la bocca dovrebbe restare zitta.
Il cellulare in tasca.
La mente in soffitta.
Vedi, ci incastriamo perfettamente.
Sei nato apposta per me, per riempire il vuoto tra le mie braccia addormentate.
Le persone sconsolate, con quell'inseparabile velo di tristezza addosso, celano cose che nessuno può sapere.
E non si tratta solo di darsi una svegliata, di reagire. Non si tratta solo di questo.
Hanno pugni chiusi, visi spenti, ma hanno veramente tante cose da dire, da far respirare. Stanno solo ancora cercando qualcuno con cui valga la pena confidarsi, parlare.
Scrutami dentro senza che io debba pronunciare troppo. Trova i miei nei nascosti e concedimi il rispetto che dai a chi non vorresti ferire mai.
Ho imparato a fregarmene dei pareri di troppo, quelli da parte di chi pensa di sapere tutto. Perché adoro le ore passate insieme a chi neanche sa cosa voglia dire spettegolare, sminuire. Felici con poco, sdraiati tra l'erba alta di un prato fuori città.